Il capitello caduto in via Etnea e il netturbino “miracolato”: a Catania evitata per un soffio la tragedia di Napoli

Di Maria Elena Quaiotti / 23 Settembre 2024

«È durato tutto pochi istanti, ho sentito un forte boato e istintivamente mi sono girato: ho visto questo grande masso a poca distanza da me, intuendo quasi subito da dove fosse caduto. Con il senno di poi penso di essere sopravvissuto solo per miracolo». Maurizio Finocchiaro, operatore ecologico della Gema Spa, miracolato lo è davvero considerato che è l’unico testimone diretto di quella che avrebbe potuto essere una tragedia. E ieri, per inciso, era San Maurizio.

L’inaspettato episodio è accaduto tra le 5 le 5,30 di ieri mattina, Finocchiaro aveva appena finito di svuotare il cestino all’angolo tra via Etnea e via Montesano e si accingeva a buttare il sacchetto nel cassone del mezzo utilizzato per la raccolta poco distante quando non un masso, ma un imponente capitello barocco si è distaccato dal cornicione di uno dei balconi di Palazzo Cilestri cadendo a pochissima distanza da lui. Inevitabile il malore dell’operatore. Ad accorrere sul posto il signor Gianni, custode dei vicini mercatini di via Montesano, divenuto poi involontario spettatore dell’intervento di una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri, di passaggio in via Etnea. I militari si sono fermati dopo aver notato il cornicione pericolante e il pezzo di capitello a terra. A quel punto si sono attivati per la messa in sicurezza dell’area avvisando la Centrale operativa del Comando provinciale che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Il transennamento, la rimozione dei detriti e la verifica della staticità degli altri balconi del palazzo si è conclusa solo in piena mattinata.

Era l’alba di domenica, ma solo due ore prima via Etnea era ancora piena di gente: e se fosse successo appena prima? O in uno degli affollatissimi pomeriggi di shopping e svago in via Etnea? Viene inevitabile fare l’analogia con quanto successo solo pochi giorni fa nei Quartieri Spagnoli di Napoli, quando nel pomeriggio di domenica 15 la turista padovana Chiara Jaconis è stata colpita alla testa da una statuetta caduta da uno dei balconi tra via Santa Teresella e via Sant’Anna di Palazzo, mentre stava facendo una passeggiata con il fidanzato. Neanche il trasporto immediato in ospedale era servito a salvarle la vita ed è morta dopo due giorni per edema cerebrale.

Se la dinamica dell’incidente a Napoli è ancora al vaglio degli inquirenti, è per il palazzo catanese, tra l’altro vincolato dalla Soprintendenza e all’apparenza uno degli stabili meglio conservati di via Etnea, che ancora non ci si spiega come possa essere avvenuto il distacco e che, come intuibile dagli scrupolosi controlli dei vigili del fuoco anche su altri balconi, avrebbe potuto non essere il solo. In caso di danni a cose o persone la responsabilità va in capo all’amministratore di condominio, che di regola dovrebbe aver stipulato una assicurazione per responsabilità civile. Ma è sulla responsabilità morale di conservare e non solo preservare al meglio uno di quei palazzi barocchi da guardare “a testa in su”, oltre a garantire la sicurezza pubblica, che tanti privati andrebbero sollecitati.

«Non soltanto i privati – ha commentato Brigida De Klerk, presidente dell’associazione “Le Pulci di città” che sta curando i mercatini artigianali in via Montesano, inaugurati proprio sabato 21 – se pensiamo ad esempio alla situazione della chiesa dei Minoriti, non proprio rassicurante. Sono infatti circa dieci anni che le statue rovinate e pericolanti sono state fasciate come delle mummie e solo il tempo trascorso le ha scoperte di nuovo: sembra siano pronte a cadere. Tutti i proprietari o enti pubblici titolari di palazzi andrebbero obbligati al controllo periodico. Mon basta dire “tanto non c’era nessuno” perché arriverà il giorno in cui ci sarà più di qualcuno e allora sì che si parlerà di tragedia. Il centro storico è in totale stato di degrado e disinteresse per la manutenzione, Catania è una città antica e non può sottovalutare nulla. Inoltre fino alle 3.30 via Etnea era ancora un fiume di gente e proprio dove ci sono i cestini ad angolo con via Montesano è un punto in cui si fermano e transitano centinaia di persone».
Palazzo Cilestri, di proprietà privata, dal 1998 ospita il grande magazzino con insegna “Coin”, ma la sua storia risale al Settecento con la costruzione attribuita a Francesco Battaglia e influenze nello stile di Stefano Ittar. Dagli anni Sessanta fino alla fine degli anni Ottanta fu sede della Standa, acquistata nel 1988 da Silvio Berlusconi. Le cronache cittadine riportano anche di un furioso incendio scoppiato nel 1990, poi ricondotto ad un tentativo di estorsione da parte del clan mafioso Santapaola-Ercolano.

Pubblicato da:
Carmela Marino
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