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Il brand Etna spopola anche alla Bit, è boom del Vulcano «nonostante…»

Di Michele La Rosa |

Cronache dalla Bit, dalla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dove l’Etna è risultato ancora uno dei luoghi simbolo del turismo siciliano, così confermano i nostri tour operator intervenuti alla fiera e ospitati nello spazio della Regione Siciliana. Abbiamo intervistato alcuni di loro per capire la richiesta e l’offerta turistica che oggi ruota intorno alla “Montagna”.

«Lavoriamo molto con turisti ed escursionisti che giungono da America, Francia, Germania, Spagna, che ci chiedono soprattutto escursioni e trekking da fare nei due versanti, il versante Etna Sud è comunque commercialmente più richiesto ed è anche più dotato di servizi, mentre il versante Nord ci viene chiesto da chi ama soprattutto lunghe passeggiate o escursioni più articolate. Purtroppo il turista conosce solo l’Etna ad alte quote, seppur più in basso ci siano pure itinerari e luoghi che meritano attenzione – ci dice Santi Poeta di Etna Tribe, operatore specializzato del settore escursionistico di Catania -. I flussi principali di turisti sono tra aprile e novembre, per il resto dei mesi ci sono significative presenze ma di certo non grandi numeri.

«Tra i problemi principali che i nostri clienti lamentano – prosegue – ci sono le difficoltà di transito che spesso si registrano sul versante Sud, ad esempio, in coincidenza della neve, dove non sempre spazzaneve e servizi di sgombero vengono effettuati con tempestività, inoltre la cosa che ci fanno notare sono i lunghi tempi di percorrenza per raggiungere altre località siciliane seppur distanze non eccessive rispetto all’Etna».

Curiosando ancora tra tour operator e visitatori della Bit emerge a chiare lettere che il turista conosce l’Etna in quanto vulcano attivo più alto d’Europa e non perché sia un Parco o un bene patrimonio Unesco. «Stiamo lavorando di più con tour operator e turisti che hanno come meta l’Etna Sud-Nicolosi – dice Pietro Malfitana, di Etna Travel Service di Linguaglossa, specializzato in transfer ed escursioni di gruppi con minibus che fornisce servizi a vari tour operator -. Il versante Nord resta avvolto ancora da una serie di problematiche che rallentano o scoraggiano la richiesta. In questi giorni di fiera abbiamo avuto ottimi riscontri, l’Etna è molto richiesto negli itinerari della Sicilia, sia da operatori stranieri che italiani. Ciò che registriamo spesso sono le lamentele per la nostra rete viaria: a volte in estate dall’aeroporto di Catania per raggiungere la zona etnea o Taormina e Giardini Naxos impieghiamo due ore. Purtroppo se ne parla poco ma il caro prezzi delle compagnie aeree non facilita certo ad incrementare i flussi turistici. Relativamente al turismo invernale da notare che sull’Etna i costi sono alti per poter sciare e questo scoraggia anche gli stessi siciliani: oggi per una famiglia media sarebbe impossibile andare a sciare sul vulcano tutti i fine settimana. Da notare anche che a livello comprensoriale manca la sinergia e la programmazione in termini di servizi e di promozione».

Intanto nello spazio Sicilia della Regione, sono in tanti a notare che l’Etna è poco pubblicizzata, solo qualche pagina generica in un pieghevole sui 5 parchi siciliani e qualche rara immagine video che scorre sui mega ledwall: troppo poco per un vulcano patrimonio Unesco e conosciuto in tutto il mondo e peraltro uno dei principali attrattori turistici della Sicilia. Ciò che emerge comunque, e che i tour operator chiedevano alla Bit in questi giorni, è la richiesta di certezze e chiarimenti circa le escursioni ad alte quote sul versante Nord, soprattutto, dove a seguito anche di vicende giudiziarie e intoppi burocratici il comparto delle escursioni resta avvolto da incertezze per il futuro, laddove per promuovere dei pacchetti turistici occorre farlo almeno un anno prima.

Temi che ritornano ascoltando un altro addetto ai lavori, Daniele Sciuto di Etna Discovery di Trecastagni, nostra vecchia conoscenza fin da quando molti anni fa con i fuoristrada portava settimanalmente centinaia di croceristi tra l’Etna e l’Alcantara attraversando pure le gallerie del vecchio tracciato della Circumetnea tra Linguaglossa e Castiglione: «Abbiamo una richiesta significativa di escursioni da parte di americani, francesi e anche russi di recente. A noi chiedono pacchetti esclusivi, anche extra rispetto ai classici tour dell’Etna, dove ad esempio, realizziamo escursioni tra il versante Est e quello Nord, versante quest’ultimo che per noi rappresenta il maggiore impegno in questi anni di attività. Spesso i turisti lamentano che da noi è difficile fare escursioni ad alta quota,per i servizi come per le informazioni. Purtroppo la destagionalizzazione ancora non è facile da attuare, anche perché in inverno ci sono meno voli charter su Catania, senza contare che a Taormina chiudono numerosi alberghi, con un effetto immediato sul calo di escursionisti sul vulcano».

Altro aspetto che emerge è il problema della mancanza di coordinamento sull’Etna per quanto riguarda i servizi, l’informazione turistica complessiva, una sorta di centro unico per la gestione dei flussi di comunicazione relativi a viabilità, condizioni meteo, situazione piste da sci, itinerari, accessibilità ai crateri o meno, eccetera. Di certo resta solo un ricordo il Distretto turistico Taormina Etna, un ricordo non sempre positivo visto la fine che hanno fatto i distretti in Sicilia, così come peraltro non sarà la strategia delle paventate Dom, ovvero Destination Management Organization a creare dei sistemi turistici sul territorio come modello funzionale ed ottimale di gestione e promozione turistica territoriale e tematica.

A parte le escursioni naturalistiche tutti gli operatori turistici interpellati ci confermano che, seppur ancora un fenomeno di nicchia, sono in tanti a richiedere pacchetti con itinerari enogastronomici soprattutto legati ai vini dell’Etna:visite alle cantine, eventi, riscoperta di borghi storici come Castiglione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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