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Blitz della Guardia di Finanza

I “vasi comunicanti” della corruzione nella sanità: ecco le accuse che vengono mosse ai 9 indagati

Da questa mattina ai domiciliari quattro primari di Catania, Messina, Ragusa e Siracusa

Di Redazione |

Un altro terremoto giudiziario è scoppiato nella sanità. Dopo i blitz degli scorsi mesi ancora una volta la Guardia di Finanza di Catania ha scoperto un sistema di corruzione messo in atto dalle società per accaparrarsi gli appalti. In cambio i primari di quattro reparti avrebbero ricevuto utilità: dalle sponsorizzazioni dei corsi di formazione o caricando nelle fatture anche i dispositivi medicali dati in omaggio alle aziende sanitarie.

Un sistema di corruttela, l’ennesimo, smantellato dalla Guardia di Finanza di Catania che questa mattina, su ordine del gip del tribunale etneo, ha notificato l’ordinanza di custodia cautelare con la quale sono stati posti agli arresti domiciliari 9 persone: quattro primari, tre rappresentanti di società  ed un agente viaggi di Palermo. Le accusa vanno a vario titolo di concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Secondo quanto accertato dai militari della Guardia di Finanza da una parte c’erano le società Presifarm e Cardiovascular che si sono aggiudicati gli appalti di fornitura dei dispositivi medicali utilizzati in cardiologia, dall’altro avrebbero elargito ingenti somme di denaro ai primari.

Arresti domiciliari

Da questa mattina agli arresti domiciliari ci sono i cardiologi  Corrado Tamburino di Catania, Antonio Micari di Messina, Marco Contarini di Siracusa e Antonino Nicosia di Ragusa. I quattro professionisti della sanità fanno parte del comitato scientifico SCA “Sicilian Cardiovasculary Academy” che si occupa dello sviluppo di formazione nella specializzazione di competenza.

Provvedimento giudiziario anche per  Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando – che hanno lavorato per Presifarm s.r.l., Archigen s.r.l. e Cardiovascular s.r.l.. Le società distribuiscono per la Regione Sicilia di dispositivi medici prodotti dalle multinazionali nonché il referente di una di queste ultime, Francesco Dottorini, operanti nel settore della produzione di valvole aortiche (Tavi), endoprotesi coronariche e vascolari (Stent).

Le accuse

Secondo quanto accertato dai finanzieri gli informatori scientifici Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando erano ben a conoscenza del sistema corruttivo e lo avrebbero alimentato. I tre avrebbero mantenuto contatti con i primari delle unità operative discutendo con loro dell’organizzazione degli eventi e prevedendo le somme in base ai dispositivi che venivano impianti nelle unità operative.

La voce fuori da coro

Apparentemente Francesco Dottorini ha criticato il sistema dei finanziamenti da parte delle società mediche, di fatto però sarebbe stato un componente attivo spiegando anche come poter evitare i controlli dei legal che non volevano sborsare ulteriori somme per le sponsorizzazioni oltre a quelle stabilite in un primo momento. Lo stesso Dottorini avrebbe prospettato al proprio distributore per la provincia etnea la fatturazione di Stent in omaggio che, una volta venduti da quest’ultimo, avrebbero consentito di recuperare la somma da integrare a quella originariamente promessa per l’evento formativo. Avrebbe inoltre discusso in maniera esplicita con il medesimo interlocutore dei contributi da erogare e del conseguente necessario incremento del numero di valvole che i presidi ospedalieri avrebbero dovuto acquistare, lamentandosi per il numero di prodotti impiantati l’anno precedente e aspettandosi un incremento a fronte dei contributi erogati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA