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I progressisti alla “prima” di Caserta, Bianco (assente) si prende la scena
Mentre il candidato sindaco del fronte progressista Maurizio Caserta incontra i cittadini, tiene banco la questione lista di Enzo Bianco
Gli occhi sono tutti puntati su di lui. Sul candidato sindaco del fronte progressista Maurizio Caserta che nella piazzetta dell’associazione culturale Gammazita, al Castello Ursino, incontra gli elettori, sorride, si apre alla città e si confronta sul programma. Ma la mente, quella degli alleati, è altrove. Viaggia e ripercorre le parole che nel giorno della prima uscita pubblica del professore Caserta irrompono a suon di comunicato stampa. Le dichiarazioni sono quelle di Enzo Bianco che annuncia l’alleanza con i progressisti e il sostegno al candidato con la lista “Con Bianco per Catania”. L’ex sindaco non c’è, ma si prende la scena. Infatti non si parla d’altro.
I malumori dopo l’annuncio di Bianco
Nella coalizione a storcere il naso sono le anime più radicali, che non digeriscono l’idea che l’ex ministro, stoppato dall’incandidabilità per dieci anni sancita dalla Corte dei conti, possa “irrompere” così a giochi fatti non solo sostenendo il prof., ma addirittura schierando una lista “griffata” Bianco. «Ma “Con Caserta per Catania” vi piace?» azzarda qualcuno, visto che «non è che per forza ci deve stare scritto Bianco…». «Il nome della lista non è ancora definito. Come fronte progressista ci incontreremo con Bianco e valuteremo la soluzione migliore da proporre agli elettori» rassicurano fonti autorevoli del M5S tra una stretta di mano e un saluto. «Ne abbiamo sistemate tante, riusciremo a sistemare anche questa…» sussurra un pentastellato più ben disposto. «Io l’ho letto su Facebook», commenta un giovane dem, mentre – in assenza di Anthony Barbagallo – la segretaria etnea, Maria Grazia Leone, se ne sta in disparte come se non volesse farsi solleticare sullo spinoso tema.
Un appoggio auspicato
Caserta, intanto, non ne fa un mistero. Il sostegno di Bianco «non è un fatto straordinario» precisa. «L’area è quella del centrosinistra allargato, poi lo possiamo chiamare in tanti modi, fronte progressista, campo largo. Si sta cercando di allargare il fronte non governativo. Direi che quello con Bianco è un percorso che personalmente avevo auspicato e che sembra potersi realizzare». E dunque, «quando si fa un percorso comune – sottolinea – è evidente che ci sia uno scambio di idee, di progetti e io ho ragione di ritenere che il bagaglio che noi abbiamo messo in campo e quello che la lista Bianco per storia e identità porta nella coalizione sono bagagli perfettamente compatibili. Poi è evidente che ci possa essere enfasi su alcuni aspetti, piuttosto che altri, ma questo accade in tutte le coalizioni».
Buona la prima
Per il primo incontro Caserta ha scelto un luogo-simbolo di Catania: la zona del Castello Ursino che ha sì una valenza storica e culturale, ma che è costretta a sopravvivere alla mala movida. «Non c’è dubbio – scandisce il docente di Economia – che alla base del ragionamento della città ci sia un problema di ordine pubblico. Non credo che qualcuno lo neghi: a volte, purtroppo, per esperienza diretta, a volte perché ha letto o ne ha sentito parlare. Negli ultimi tempi Mario Venuti è stato vittima di comportamenti violenti e è un fatto deprecabile, così come lo è per chiunque altro. È su questo che occorre fare una riflessione seria. L’amministrazione entra nel ragionamento, ma solo in parte perché la questione riguarda tutte le istituzioni. C’è un evidente problema di controllo. Le regole esistono, ma diventano vere se si applicano le sanzioni. E le sanzioni sono applicabili se ci sono gli ispettori, quei soggetti che poi le applicano. Questo è il punto, non siamo sprovvisti di regole, siamo sprovvisti di ispettori che controllano». Un tema che per Caserta «si associa a quello della legalità che riguarda un aspetto più ampio che va oltre i comportamenti stradali: penso agli appalti, alla pubblica amministrazione, alle concessioni, all’uso del territorio. Non è possibile chiudere gli occhi e chiunque si presenti con un programma elettorale per la città non può non tenere conto di un aspetto che è prioritario».
Gli avversari
E con l’aplomb che lo caratterizza lancia un messaggio chiaro al centrodestra. «Noi siamo partiti dal fronte progressista come alternativa, perché siamo contro il fronte conservatore, contro quei partiti che stanno dall’altra parte. Per Catania credo che l’ultima cosa che ci serva è la conservazione dell’esistente perché tutti siamo d’accordo nel pensare che quello che c’è stato almeno in questi ultimi cinque anni vada eliminato nell’interesse di questa città. Parlare di progresso è un segnale chiaro che va contro il mantenimento di un ordine costituito che a questa città non serve più».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA