Catania
I bambini a Luca Parmitano: «Salviamo il pianeta è la nostra casa»
Caro Luca, nello spazio mangiate il gelato e le lasagne? E come sembra la Terra da lassù? E hai mai paura? Sono alcune delle domande che i 24 alunni della IV E del Circolo didattico “Mario Rapisardi” di Catania hanno inviato a Luca Parmitano. Che dalla Stazione Spaziale Internazionale ha risposto a ogni singolo bambino in maniera personale. Un dialogo emozionante nato dal progetto di scrittura creativa dell’insegnante Anna Li Pera realizzato grazie anche a mamma Simona, cugina dell’astronauta. «La paura? Certo che ne ho! – scriveva AstroLuca dalla sua nave nello spazio – Esiste un unico antidoto, ed è la conoscenza».
Dopo mesi di corrispondenza, sabato scorso, l’attesissimo appuntamento su Zoom con “l’amico delle stelle”, in collegamento per mezz’ora da Houston, dove vive. L’eccitazione agita felicemente i 24 volti nei piccoli riquadri. E con gli alunni si affacciano dallo schermo anche genitori, fratelli, sorelle e pure un nonno. Entusiasti di poter incontrare in videoconferenza l’astronauta, un eroe moderno non solo per i bambini di 10 anni. «E’ un momento particolare, ma questo incontro dimostra che le parole possono superare confini che sembrano invalicabili», esordisce la preside Katia Perna. Che ringrazia Parmitano per i messaggi, «che resteranno nella memoria dei bambini», per aver indicato «una strada per raggiungere i loro sogni, “fari che guidano nelle scelte della vita”», per aver sottolineato «la bellezza del viaggio, dell’incontro con persone e culture diverse». «Uno scambio reciproco, ho dato molto meno di quanto ho ricevuto», si schermisce Parmitano, che con la forza gentile delle sue parole conquista i cuori dei piccoli. I bambini gli dedicano filastrocche e pongono altre domande: l’immagine più bella della Terra? «Fatico con i superlativi, perché scegliere tra la bellezza della prima alba nello spazio, in orbita da 8 minuti, proprio sopra il Giappone, un’emozione che non riesco nemmeno a esprimere», la prima immagine della Sicilia «immersa nella luce del tramonto, il Mediterraneo tutto dorato e l’isola in silhouette», e la prima volta «che ho fatto una passeggiata spaziale: poter vedere la Terra, l’atmosfera». «Le fotografie che facciamo con gli occhi – riflette – lasciano un’impronta più profonda, un ricordo più vivido. La lente è come un filtro». E ai bambini suggerisce di «osservate i dettagli con il cuore invece di scattare foto in modo automatico».
Il legame con la Sicilia? «Sono nato a Paternò, sono cresciuto a Catania, ho vissuto in tanti Paesi… la casa è dove abbiamo i nostri affetti. Anche se non si vive in Sicilia non si smette di amarla, portiamo dentro la brezza, l’odore di salsedine, la luce, i limoni, le arance, il brontolio del nostro vulcano. Il mio sogno è che in futuro un astronauta rientri da chissà quale spettacolare viaggio interplanetario e possa sentirsi a casa guardando dall’orbita il nostro pianeta». La paura più grande? «Temiamo quello che non conosciamo. Penso alle mie figlie, a come i cambiamenti sulla Terra possano modificare le loro vite. C’è un senso di impotenza: vediamo gli effetti ma abbiamo poca capacità di influire. La paura deve essere uno sprone a fare tutto quello che si può per salvare l’ambiente in cui viviamo». I tuoi sogni? «Alcuni li porto nel cassetto fin da bambino: mi piacerebbe andare alle Olimpiadi. E poi volare sulla luna o ancora più lontano. E i viaggi con le mie figlie».
Poi, i saluti entusiasti dei bambini: «ci vediamo nello spazio», «grazie dei consigli», «ti aspettiamo, vieni a trovarci in classe». «Una conversazione straordinaria, che ha insegnato molto ai nostri alunni, grazie anche alle parole importanti di Parmitano – commenta la maestra – Hanno imparato il valore di una scuola che incanta, che si apre all’incontro con persone vicine e lontane». Si chiude con i “lampi di scrittura”, i bambini (e anche qualche adulto) scrivono e condividono le proprie sensazioni. Per fissare sulla carta un incontro indimenticabile.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA