Catania
“Gregoretti”, Salvini: «Toninelli non c’era o se c’era dormiva»
CATANIA – «Trenta non era un ministro politico, ha risposto con tranquillità e serenità in base a quello che competeva. Toninelli è stato lì due ore a ripetere “non so” o non c’era, e se c’era dormiva. Non giudico, magari ha ragione lui, ma io mi prendo la responsabilità e la rivendico ogni volta che faccio qualcosa». Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, in conferenza stampa dopo l’udienza preliminare nell’aula bunker del carcere di Bicocca sul caso Gregoretti a Catania. «Rivendico con orgoglio quello che ho e abbiamo fatto: a differenza degli altri non cambio idea sulla base delle convenienze. Per me coerenza e dignità sono due parole che hanno un valore. No come Toninelli: su due ore in aula per un’ora e mezza ha detto che non si ricorda e che comunque non era responsabilità sua. Io mi assumo, con i colleghi che erano con me, totalmente e con orgoglio il successo delle politiche di contrasto all’immigrazione clandestina».
«Il 28 gennaio Palazzo Chigi si trasformerà in un’aula bunker dove Giuseppe Conte sarà interrogato. Il premier ha deciso di non andare a Catania, ma di far venire Catania a Palazzo Chigi. Scelte sue», ha aggiunto Matteo Salvini. «In aula – ha affermato parlando delle dichiarazioni spontanee rese da lui oggi -, ho ricordato due passaggi del presidente Conte che ha detto ‘abbiamo lavorato noi per la ricollocazione e poi lo sbarcò; noi e poi sono due paroline che per quanto mi riguarda mi fanno dire che il processo finisce qui. Conte ha detto pure che lui e Mogavero hanno lavorato ai ricollocamenti e poi consentito lo sbarco. Se ne sono presa la responsabilità, pensava di farmi un torto, invece mi ha favorito. «Dal premier Conte mi aspetto la verità: dica quello che è accaduto, senza favori».
«Il giudice di Catania aveva ritenuto utile per la ricostruzione dei fatti acquisire dai ministeri componenti i documenti capaci di ricostruire quanto avvenuto con il governo Conte 1 e 2. Siamo rimasti molto perplessi dal fatto che la documentazione pervenuta è parziale e lacunosa. Non consente affatto in maniera completa di accertare quanto avvenuto. Dai ministeri sono arrivati schede operative degli sbarchi, non hanno inviato altro sul ruolo del premier e del ministro degli Esteri. La documentazione sullo scambio di mail a me è arrivata ma non è stata al Gup», ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Matteo Salvini. “Il senatore Salvini ha sempre detto di rivendicare la linea politica durante il Conte I, una linea politica governativa che era condivisa da tutti i ministri competenti”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA