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L'emergenza

Gli “affari d’oro” dietro all’emergenza idrica nella Piana Catanese: il tariffario illegale per l’approvvigionamento nelle campagne

L'acqua arriva a costare fino a 70 euro l'ora

Di Mary Sottile |

Acqua in campagna non ce n’è. Un fatto ormai assodato, ma non per tutti. Ci sono i fortunati di “quota 56”, pochissimi ettari di terra, circa 600, per tutta la piana di Catania, in contrada Ponte Barca, a Paternò, dove l’acqua ancora arriva. Una fornitura di circa 300 litri di acqua al secondo, al servizio dei fondi agricoli di Paternò, Belpasso e Ramacca.

Ma l’acqua a quota 56 è per tutti? Le fonti non sono ufficiali e le conferme arrivano solo a denti stretti, ma sembra che a Paternò si stia verificando un fatto gravissimo che merita l’attenzione di magistratura e forze dell’ordine. Qualcuno a “quota 56” pare stia prelevando forzatamente l’acqua, attraverso delle pompe, sottraendola agli altri agricoltori, per poi immetterla e rivenderla anche ai produttori agricoli di quote diverse, tra questi quelli di “quota 100”. Secondo quanto ci raccontano più persone, ma sempre in maniera non ufficiale per paura di ritorsioni, c’è anche un tariffario per la vendita che oscilla tra 35 e i 70 euro all’ora, a seconda dei litri di acqua forniti.

Le tariffe

In particolare, se si forniscono tra i 16 e i 18 litri di acqua al secondo, il prezzo sarà 70 euro, se la portata scende in un range compreso tra i 12 e i 15 litri, si pagano circa 50 euro. L’agricoltore che sceglie di pagare non lo fa per sostenere i frutti, in questa situazione di siccità, il pagamento è necessario a mantenere in vita la pianta e non perdere l’intero fondo agricolo.

Ipotizzando il costo di 50 euro l’ora e accertato che per ogni ettaro di terra occorrono almeno 4 ore di acqua ogni 15-18 giorni, l’agricoltore dovrà sborsare, solo per un ettaro di terra, almeno 400 euro al mese. Vista l’assenza del servizio di fornitura di acqua da parte del Consorzio di bonifica e con la necessità, in questo particolare momento di siccità, di dover dare acqua alle piante da giugno a settembre, un solo ettaro di terra può costare cifre insostenibili. Intollerabile.

L’affare

Non chiaro se la gestione illegale di acqua è di singoli agricoltori o se dietro c’è la criminalità organizzata.La situazione pare abbia già determinato forti malumori e dissidi tra agricoltori. Il fatto grave è che mancano i controlli da parte degli organi preposti. Sempre voci non ufficiali parlano di privati che hanno realizzato proprie condotte per poter avere l’acqua con allacci non permessi.

Non può esserci niente di più spregevole e becero di chi si approfitta delle condizioni di bisogno di quanti vivono un particolare momento di difficoltà. Amara la fotografia che emerge dalle campagne. Due facce, diverse e contrapposte, di una stessa medaglia: da una parte gli agricoltori strozzati da avversi eventi atmosferici (in inverno le alluvioni e in estate la siccità) e ora anche da organizzazioni malavitose e dall’altra il mondo dei lavoratori, quello bracciantile, costretto a paghe da fame da “caporali” e datori di lavoro senza scrupoli. La guerra dei poveri per chi non ha più nulla e ora, abbandonato a sé stesso, sta raschiando il fondo del barile.

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