Giuseppe, il precario “storico” del Comune di Aci Catena andato in pensione

Di Mario Grasso / 01 Febbraio 2018

Aci Catena (Catania) – Compirà 70 anni a settembre ma ieri è andato in pensione. Che c’è di strano? Nulla, si dirà, se non fosse che Michele Pulvirenti, classe 1948, è andato in quiescenza da dipendente pubblico “precario” e, più precisamente, da dipendente precario del Comune di Aci Catena. Mai stabilizzato ma regolarmente pensionato. «Già, la stabilizzazione: un sogno inseguito per anni… meno male che è arrivata la pensione”, dice guardando la pergamena che il sindaco Nello Oliveri gli consegna per suggellare il traguardo pensionistico.

«Vede, io sono forse il più anziano o tra i più anziani lavoratori del Comune di Aci Catena ma per i precari degli enti pubblici tutti mi piace pensare di essere una piccola speranza…», prosegue, salutando i colleghi dell’Ufficio tecnico comunale. La speranza della stabilizzazione o la speranza della pensione per gli “ex giovani articolisti”? «Ambedue, anche se, visto il trascorrere degli anni, la seconda per molti arriverà forse prima ancora dell’agognata stabilizzazione», confessa. Mai disperare ma non è possibile nascondere l’evidenza dietro a un dito.

Michele Pulvirenti, di professione pittore edile, è “entrato” al Comune nel lontano 1996, all’interno di una cooperativa di Lsu che, per 5 anni, ha svolto servizio in convenzione con la municipalità: «Facevo l’intervistatore ma poi fui passato a pittore edile, il mio vecchio lavoro che ho orgogliosamente svolto sino a oggi». Scaduto il contratto regionale, ebbe inizio la lunga stagione delle proroghe annuali, sino alla contrattualizzazione del 2005, sempre da precario. «Mi sono sempre sentito, e anche oggi questo sentimento rimane immutato, un dipendente comunale a tutti gli effetti», salvo dover auspicare a fine anno la proroga per l’anno successivo, a differenza dei “colleghi” stabilmente occupati nel Palazzo di città che si apre su via Vittorio Emanuele. Insomma, una vita da lavoratore passata tra il groviglio di leggi che “regolamentano” il precariato (“quante carte…”) e il quotidiano imbiancare le pareti degli uffici comunali, aspettando la stabilizzazione che non è arrivata mai.

Ieri il congedo, con gli onori del caso: un encomio per la “costanza” dimostrata al lavoro e l’applauso del sindaco Nello Oliveri, del vicesindaco Giovanni Pulvirenti, del dirigente dell’Utc, Alfio Grassi. «Sono felice per la pergamena dell’Amministrazione (mai mi sarei aspettato una cosa del genere), per la gentilezza con cui i colleghi mi hanno salutato ma adesso, dimenticata la stabilizzazione, guardo avanti».

Insomma, Michele Pulvirenti, sposato e padre di 3 figli già grandi, lascia il testimone, la lotta, la speranza agli altri precari, lui che può vantare di essere uno tra i primissimi “lavoratori non stabilizzati” di enti pubblici siciliani ad aver aggiunto la pensione, di questi tempi più che un bel traguardo.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: aci catena comune pensione precario PULVIRENTI