CATANIA – Le giovani migranti obbligate a prostituirsi in Italia per “riscattare” il costo del loro “viaggio della speranza” cominciano ad avere meno paura dei riti voodoo a cui vengono sottoposte prima della partenza dopo l’editto del Re Oba Ewuare II di Edo Stato, nel sud della Nigeria, che li ha dichiarati nulli. E’ quindi sono pronte a denunciare. E’ uno dei particolari che emerge dalle intercettazioni della squadra mobile della Questura di Catania che ha portato al fermo di una coppia di nigeriani, Frank Josiah, di 21 anni, e della moglie, Edith Josiah, di 25, che svolgeva il ruolo di “madame”. Sono accusati di tratta di persone, sfruttamento della prostituzione, anche minorile, e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento è stato emesso dalla locale Procura distrettuale dopo indagini dell’operazione “Revelation” avviate sulla denuncia di una minorenne nigeriana, sbarcata a Catania l’11 ottobre del 2017 dalla nave militare francese Ducuing, che la coppia obbligava a prostituire per farsi restituire i 15.000 euro del suo “ingaggio”. Durante un controllo nell’abitazione della coppia agenti delle Volanti della Questura di Catania hanno trovato anche altre due giovani nigeriane, anch’esse con la stessa storia: sottoposte a voodoo erano costrette a prostituirsi in strada per ottenere i soldi necessari a “pagare” la loro libertà. Dalle intercettazioni, disposte dalla Procura distrettuale di Catania e attivate dalla squadra mobile, la polizia ha scoperto che, dopo i controlli subiti, la coppia pensava di allontanarsi dalla città. Per questo la Direzione distrettuale antimafia ha emesso e fatto eseguire il loro fermo. I due sono stati condotti in carcere.