Presenti «contemporaneamente, e in modo anomalo e non conforme al vero, in diverse sedute, nello stesso giorno e alla stessa ora, in sedi distanti tra loro». E’ l’accusa contestata dal presidente dell’ufficio del Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, che ha disposto l’imputazione coatta di 34 dei 45 consiglieri del Comune del capoluogo e di 17 segretari di sedute di Commissioni. I reati ipotizzati, a vario titolo, per fatti avvenuti nel 2014, sono truffa aggravata ai danni del Comune, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.
Il Gup Sarpietro, che ha rigettato una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, parla di «turbinio partecipativo dei consiglieri», impegnati in una «affannosa corsa contro il tempo» con l’obiettivo di «procacciarsi un sostanzioso stipendio mensile di circa 1.500 euro netti, in aggiunta ai compensi loro spettanti».
L’inchiesta, nata su segnalazioni alla stampa di attivisti del M5s, investe oltre i due terzi del consiglio comunale, in maniera ‘trasversalè a partiti e liste civiche. Sono cinque le posizioni, in accoglimento della richiesta della Procura, archiviate: due consiglieri e tre amministrativi. Per la Procura le indagini non avrebbero fatto emergere un compendio probatorio sufficiente a sostenere un’istruttoria in dibattimento. Alla maggioranza dei consiglieri si contestano da quattro a due presenze contemporanee. E il Giudice, con ironia, esclude «l’ ipotesi di teletrasporto».
Nel provvedimento con cui dispone l’imputazione coatta di 51 persone, 34 consiglieri comunali e 17 segretari di sedute di commissioni, il Giudice per l’udienza preliminare sottolinea come dalle indagini della Polizia giudiziaria emerga «un desolante quadro di illegalità diffusa all’interno del quale i consiglieri e gli impiegati interessati si muovevano con totale disprezzo dei principi che regolano la materia, in un’ottica clientelare illecita ed ai limiti dell’arroganza».
Secondo il Gup era stata creata «una sorta di paludosa e confusa piattaforma amministrativa dove tutto era permesso e gli illeciti comportamenti sembrano costituire un normale incedere automatico nell’interesse non della Cosa pubblica, bensì dei singoli consiglieri indagati, protesi al raggiungimento di un fine economico del tutto personalistico».
Il Giudice rileva come «per i fogli firma» ci sarebbe stato “un tentativo goffo di adeguare gli orari» delle presenze dopo che era stata «resa pubblica la denuncia degli attivisti del Movimento 5 stelle». Che si dicono «soddisfatti del nostro operato, ma – sottolineano i parlamentari M5s – non possiamo essere contenti, perchè, se le accuse dovessero essere confermate, significherebbe che a pagare le conseguenze di comportamenti per nulla etici sono sempre e solo i cittadini».
La Procura adesso dovrà entro 15 giorni disporre la richiesta di rinvio a giudizio dei 51 indagati. L’inchiesta era nata dall’acquisizione di un articolo del quotidiano La Sicilia che riportava segnalazioni di attivisti del M5s.
Ecco chi sono i 34 consiglieri comunali per i quali il presidente dell’ufficio del Gip, Nunzio Sarpietro, ha disposto l’imputazione coatta, indicando anche il numero di presunte presenze simultanee. Sei presenze: Rosario Gelsomino. Cinque presenze: Ludovico Balsamo. Quattro presenze: Sebastiano Anastasi, Andrea Barresi, Santi Bosco, Carmelo Coppolino, Agatino Lombardo, Maurizio Mirenda, Elena Adriana Ragusa, Antonino Vullo. Tre presenze: Salvatore Tomarchio. Due presenze: Giuseppe Catalano, Michele Failla, Salvatore Giuffrida, Antonino Manara, Giuseppe Catalano, Giovanni Marletta, Alessandro Messina, Giuseppe Musumeci, Carmelo Nicotra, Alessandro Porto, Francesco Saglimbene, Ersilia Saverino, Carmelo Sgroi, Carmelo Sofia, Salvatore Spadaro, Francesco Trichini. Una presenza: Agatino Giuseppe Lanzafame, Riccardo Pellegino, Elisabetta Vanin, Lanfranco Zappalà, Massimo Giuseppe Tempio, Erika Marco.
I segretari delle Commissioni comunali per i quali è stata disposta l’imputazione coatta sono: Vittorio Canzoneri, Piera Caruso, Daniela Catalano, Salvatore Di Stefano, Sebastiana Ferrara, Maria Emanuela Furnò, Francesca Impellizzeri, Giuseppa Germenia, Stefano Leone, Maria Marino, Antonio Marotta, Luigia Pettinato, Emanuela Paola Carmen Pirrone, Giuseppe Raciti, Giuseppa Rigaglia, Giuseppa Sottile e Rosalba Sottile.
Disposta invece l’archiviazione per Gasparini, Flavio Giuffrida, Vincenzo Parisi, Nunzia Piazzi e Agatino Tringale.