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Frode sulle accise, confiscati beni per 5 milioni di euro al re del petrolio catanese

L'inchiesta della Procura e della Gdf etnea su Alessandro Primo Tirendi milanese residente nel Catanese: sigilli a tre aziende e a 500 mila euro in contanti

Di Redazione |

Beni per circa 5 milioni di euro sono stati confiscati dal Tribunale di Catania all’imprenditore petrolifero Alessandro Primo Tirendi, originario di Milano ma residente nel Catanese. Il provvedimento scaturisce da una inchiesta della Procura di Catania eseguita dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti del Nucleo PEF di Catania, che hanno riguardato, in particolare, le disponibilità economico-finanziarie riconducibili a Tirendi che è stato indagato, in più circostanze, per reati relativi a violazioni tributarie e frodi nel settore delle accise. Nel dettaglio, le indagini hanno consentito di accertare – dice la Guardia di Finanza – la sproporzione tra il reddito del nucleo familiare di Tirendi e i beni a lui riconducibili. Al riguardo, le indagini, svolte dalle unità specializzate del Gico del Nucleo Pef di Catania, hanno consentito di appurare che Tirendi, pur a fronte di un reddito piuttosto basso aveva, direttamente o per interposta persona, una impresa individuale, con sede a Gravina di Catania, attiva nel settore del trasporto merci su strada, la Tiroil s.r.l., con sede a Catania, attiva nel commercio all’ingrosso e al dettaglio di carburanti, e nel trasporto di merci su strada; la Tir.Oil s.r.l., con sede a Catania, attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi.

Il Tribunale di Catania ha così disposto la confisca delle due società e della ditta individuale e contanti per circa 500 mila euro, altre disponibilità finanziarie su conti correnti e deposito titoli. Il valore stimato è di circa 5 milioni di euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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