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Fontanarossa, ali tarpate dal limite di voli

Di Mario Barresi |

Catania – Si fa presto a dire boom di traffico e investimenti per incrementarlo. Anche se Fontanarossa (che fra qualche giorno festeggerà il novemilionesimo passeggero del 2017) avesse non la seconda ma la terza pista, il numero di movimenti aerei sarebbe legato a un vincolo stringente.

La possibilità di operare sull’aeroporto di Catania si stabilisce attraverso un numero di voli per ora. La cifra viene calcolata con vari parametri: capacità dell’aerostazione, pista e altri standard internazionali. «Attualmente – si legge in una nota riservata che Sac ha inviato ad alcuni interlocutori istituzionali – la criticità bloccante è determinata dal sistema del controllo del traffico aereo», che a Catania viene coordinato in sinergia tra la torre di controllo gestita da Enav e Aeronautica militare. Quest’ultima ha fissato i movimenti per ora a un massimo di 20 fra Catania e Comiso. «Il che significa che qualsiasi sviluppo dei due aeroporti non potrebbe comunque avere luogo per più di questi movimenti e dunque del numero di passeggeri conseguente», scrive l’amministratore delegato di Sac, Nico Torrisi. E il numero di 20 voli viene ridotto in alcune fasce orarie: ad esempio, appena 9 movimenti l’ora dalle 21 alle 7. Un freno all’attività di questa stagione; una zavorra nei periodi di picco di traffico estivo. E non solo, perché «rispetto alle previsioni di crescita del traffico negli aeroporti della Sicilia Orientale (triple rispetto alla media nazionale), il protrarsi di una tale situazione renderebbe incompatibile la crescita e vani gli investimenti già previsti nel contratto di programma», fra i quali la nuova pista e l’interramento ferrovia.

Da cosa dipende il problema? «Le ragioni di tale criticità sono esclusivamente legate alla indisponibilità di sufficiente numero di risorse nell’ufficio dell’Aeronautica Militare, ubicato a Sigonella e adibito a funzione di CTR, Control Traffic Region)». E allora diventa «indispensabile che Aeronautica Militare possa trasferire controllori di volo sull’aeroporto di Sigonella adibiti a tale funzione tali da consentire, nel breve termine, un numero di 30 movimenti orari».

Fra i destinatari della nota – oltre a Roberto Vergari, direttore centrale della Vigilanza tecnica di Enav – c’erano il sindaco di Catania Enzo Bianco e, soltanto da qualche giorno, il neo-assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone. «Grazie alla preziosa interlocuzione con la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, martedì – racconta Bianco – ho incontrato a Roma il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, il generale Enzo Vecciarelli, che ha assicurato un sollecito riscontro alla mia richiesta». In effetti, fonti della Difesa confermano a La Sicilia che Vecciarelli «ha effettuato uno screening della situazione» per «disporre un incremento di personale su Sigonella, pur in considerazione della limitatezza delle risorse umane». Ma Bianco, a Roma, ha messo sul tavolo un’altra questione: «La carenza di uomini potrebbe essere meno penalizzante se migliorasse la tecnologia. Il radar in dotazione a Sigonella per il traffico degli aeroporti del sud-est siciliano è di vecchia generazione. Credevo che per uno nuovo ci volessero decine di milioni, ma il costo stimato è di cinque milioni. Per questo chiederò alla Regione di finanziarlo attraverso i fondi europei».

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