Catania – Un militare della Guardia di finanza e un agente della polizia colombiana sotto copertura hanno permesso alle Fiamme gialle etnee, nel corso di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, di mettere le mani su un carico di circa 385 chilogrammi di sostanza stupefacente. Cocaina colombiana, per l’esattezza, che per la sua buona qualità sembrerebbe avere un valore di mercato pari a cinque milioni di euro. La notizia è trapelata nel fine settimana in Veneto e ciò proprio perché i due narcotrafficanti che hanno portato il carico nel nostro Paese – due soggetti originari del Guatemala, di 34 e 47 anni, pare vicini ai cartelli della droga colombiani – avevano portato una minima parte della droga proprio ad Affi, in provincia di Verona, con lo scopo di venderla ad acquirenti rimasti in questo momento senza nome. Qui i due sono stati sorpresi dalle Fiamme gialle, che nel frattempo avevano individuato l’intero carico a Catania e che hanno proceduto al sequestro dello stupefacente differito.
L’indagine, seguita dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Andrea Bonomo, affonda le proprie radici nei mesi scorsi ma ha avuto un’accelerazione nella prima decade di gennaio, allorquando è stata predisposta la spedizione dei quasi quattro quintali di cocaina. Il carico è partito da Bogotà, è transitato per Madrid e per Roma, quindi è arrivato a Catania i primi di gennaio. Per giorni gli investigatori hanno monitorato la situazione, poi quando hanno forse compreso che si potevano correre dei rischi, venerdì 24 gennaio sono entrati in azione. E ciò è accaduto ad Affi, vicino all’ingresso dell’autostrada del Brennero, dove i due guatemaltechi sono stati sorpresi nella camera del B&B che avevano preso in affitto e in cui sono stati trovati in possesso di tre chilogrammi di cocaina e di ben 35mila euro in contanti.
Nel frattempo, come detto, gli altri 382 chilogrammi di cocaina, pare suddivisa in 252 panetti, sono stati subito sequestrati. E’ evidente che le indagini continuino e che si sta cercando di chiarire possibili collegamenti con la criminalità organizzata siciliana. Intanto i due narcotrafficanti originari del Guatemala sono stati condotti e rinchiusi nel carcere di Montorio. Stando a quanto è stato possibile apprendere sull’asse Catania-Verona sembra che i due, durante l’interrogatorio di garanzia condotto con l’ausilio di un interprete, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere.