Fce, la talpa “Agata” torna a scavare sottoterra: ecco quanto manca ancora per arrivare fino a Stesicoro

Di Maria Elena Quaiotti / 18 Settembre 2024

Era l’occasione da prendere al volo, anche per sfatare le voci che smentiscono la ripresa dello scavo della Tbm, la “tunnel boring machine”, meglio nota come la talpa “Agata”. “La Sicilia” è dunque scesa per voi a 19 metri sotto terra, ha percorso gli 1,6 km di galleria realizzata a bordo del mezzo utilizzato dalle squadre della Cmc al lavoro ed è arrivata nel cuore della realizzazione del primo dei due lotti della metropolitana che arriverà fino all’aeroporto Vincenzo Bellini: la Palestro-Stesicoro. Ad accompagnarci in questo viaggio “sotto Catania” il direttore generale di Fce Salvo Fiore e il vice sindaco, nonché assessore all’Urbanistica, Paolo La Greca.

“Agata” è la stessa Tbm che aveva scavato la galleria della tratta della metro Nesima-Monte Po (chi non ricorda la spettacolare estrazione della testa rotante di sei anni fa? Sul web ci sono ancora i video di quell’evento…) e, dopo un “fermo” durato circa quattro anni e cinque mesi in seguito al crollo interno di uno stabile in via Castromarino, la ripresa dello scavo è avvenuto questa estate, solo quando si sono soddisfatte tutte le condizioni di sicurezza, sia in galleria che a livello stradale.
La prima domanda è inevitabile: quanto manca per arrivare fino a Stesicoro? «Attualmente – risponde Fiore – ci troviamo sotto via Reclusorio del Lume, abbiamo superato la parte più critica. Qui la talpa si fermerà per manutenzione, ovvero la sostituzione degli elementi della testa che consentono di scavare a seconda della tipologia di materiale che si trova davanti, e nel frattempo si completerà il consolidamento sul piano strada. Restano circa 700 metri. Riteniamo sostenibile ipotizzare, salvo imprevisti, che la conclusione dello scavo della galleria possa avvenire entro giugno 2025: la Tbm non arriverà fino a Stesicoro, si fermerà circa 100 metri prima e da lì lo scavo proseguirà col metodo tradizionale. Intanto la “talpa” sarà smontata ed estratta dal cantiere di via Palermo».

«Dalla testa della Tbm – precisa uno dei tecnici che seguono con attenzione l’andamento dello scavo – mancano 450 metri, che con la Tbm diventano 600».
Dopo Reclusorio del Lume il percorso prevede di passare sotto il PalaRegione – e in questa zona si troverà l’attesa stazione San Domenico – per poi procedere sotto l’ex Palazzo della Borsa e Palazzo Tezzano, lambendo l’area archeologica dell’Anfiteatro romano. Le altre stazioni previste saranno in via Palestro e di fronte all’ex ospedale Vittorio Emanuele.
Si attende l’inizio del secondo lotto del percorso, Palestro-Aeroporto: «Inizieremo non appena si risolverà la situazione con la ditta», assicura Fiore. Si tratta di ulteriori 4,6 km e stazioni a San Leone, Verrazzano, Librino e Santa Maria Goretti, fino a quella più attesa che condurrà fin dentro l’aeroporto. «Prevediamo l’avvio in contemporanea di più cantieri – aggiunge Fiore – quello della stazione aeroporto si troverà proprio sotto il parcheggio di fronte allo scalo, si scaverà con il metodo tradizionale, l’unico disagio saranno i parcheggi non utilizzabili perché area di cantiere».

Tornando “sotto terra”, quest’estate la talpa è quindi ripartita col montaggio di alcuni anelli e ha percorso circa 100 metri da dove si trovava da oltre quattro anni, sotto via Castromarino: attualmente è posizionata a 19 metri di profondità, «poi si inizierà a decrescere fino a 18-17 metri man mano che ci si avvicinerà a Stesicoro – dicono i tecnici – per ora stiamo estraendo argilla, poi cambierà la litologia e diventeranno sabbie e ghiaie».
«Nello scavo – chiede La Greca – avete trovato sorprese da punto di vista idrogeologico?». «Durante i lavori di consolidamento – la risposta – già a 12 metri di profondità abbiamo rinvenuto tanta acqua, come nella zona del Lago di Nicito: acqua di falda che poi finisce nell’Amenano. La tecnica ormai consolidata permette di realizzare la galleria senza che l’acqua ne ostacoli il completamento, che avviene contestualmente allo scavo».
Come funziona? La talpa scava e scarica il materiale asportato che viene portato in superficie attraverso una coclea e un sistema di nastri. È tutto materiale che viene riutilizzato. Se argilla, come in questo caso, viene usata come riempimento di cave dismesse. Ogni 1,80 metri la talpa si ferma per consentire il montaggio dei conci (prodotti a Belpasso) iniettando prima una speciale resina tra la parete e il concio, e poi si riprende. Si va avanti così, a ciclo continuo, sotto l’attento controllo della “sala di comando” che verifica e gestisce in ogni istante ogni parametro sia nella “camera di scavo”, tra il fronte di scavo e la testa della talpa e a pressioni di 2,25-2,30 bar dove gli operatori vanno solo per le periodiche manutenzioni, sia nella fase di montaggio degli “anelli”, con i conci che vengono prelevati tramite una ventosa e posizionati secondo un preciso ordine. Operazioni delicate ed eseguite sotto stretto controllo, per la futura sicura mobilità sotterranea di Catania.

Pubblicato da:
Carmela Marino
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