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Fallimento Fratelli Costanzo, è tutto da rifare

Di Redazione |

CATANIA – La prima sezione civile della Corte d’Appello di Catania nei giorni scorsi ha motivato la sentenza con la quale il 19 ottobre scorso ha deciso la revoca del fallimento della Fratelli Costanzo spa.

Una decisione clamorosa nella forma ma che non muta tuttavia il quadro e la situazione che ha visto nel 1996 la dichiarazione di insolvenza per la Fratelli Costanzo, uno dei colossi dell’edilizia catanese del dopoguerra.

Alla dichiarazione di insolvenza si arrivò nella situazione di crollo generalizzato dell’economia assistita con clamorosi riverberi giudiziari.

Come si è giunti alla sentenza odierna? Il gruppo Costanzo, viste le grandi dimensioni, transitò nella amministrazione straordinaria, ai sensi della cosiddetta legge Prodi ed è stata gestita per anni da vari commissari straordinari con alterne vicende.

Nel 2011 intervenne il decreto legislativo n° 70/2011 che nel tentativo di chiudere le procedure di amministrazione straordinaria andate troppo per le lunghe, come nel “caso Costanzo”, dispone che i commissari ricercassero terzi assuntori di concordati da proporre ai creditori.

Nel caso dell’impresa catanese assuntore diventa l’immobiliarista romano Filippo Bono che nel 2015 ha proposto 15 concordati per le altrettanti società ancora non “risolte” della “Fratelli Costanzo”. Concordati che ottengono parere negativo dal Comitato di sorveglianza ma il necessario “sì” degli esperti del Ministero dello Sviluppo economico. Il tribunale di Catania però boccia i concordati e il 19 luglio scorso dichiara il fallimento della Fratelli Costanzo spa.

Una decisione contro la quale ricorrono tanto “Assuntore Costanzo” quanto i commissari liquidatori con diverse motivazioni. Ora la revoca del provvedimento da parte della Corte d’Appello: il tribunale avrebbe errato «nel dichiarare il fallimento della società…contesualmente al rigetto del concordato» senza attendere i sei mesi che devono intercorrere per legge fra i due atti.

Che cosa accadrà ora? Probabilmente l’amministrazione delle 15 società tornerà in capo ai commissari liquidatori. E la prossima puntata è ancora tutta da scrivere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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