l'inchiesta
Etnaland, rifiuti prima bruciati e poi seppelliti: quattro indagati
La Procura di Catania ha coordinato le indagini della Guardia costiera: sequestrati 1000 metri quadrati di terreno
Quattro persone sono indagate dalla Procura di Catania per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, combustione illecita di rifiuti, incendio ed inquinamento ambientale nell’ambito di una indagine che nel settembre scorso ha portato al sequestro da parte della Guardia Costiera di una discarica abusiva realizzata in un ampio appezzamento di terreno in cui venivano incendiati metodicamente i rifiuti prodotti dal attiguo parco acquatico Etnaland, a Belpasso (Catania).
Sono stati anche sequestrati 1.000 metri cubi di rifiuti assimilabili ai rifiuti solidi urbani, oltre alle attrezzature e ai mezzi utilizzati per commettere i reati. Secondo quanto accertato, dipendenti del parco acquatico ogni pomeriggio, dopo avere raccolto i rifiuti della struttura, li avrebbero trasportati nei terreni adiacenti, di proprietà dello stesso presidente del Cda di Etnaland srl, ove sarebbero stati selezionati e in minima parte consegnati a ditte specializzate.
La rimanenza, con il favore delle tenebre, sarebbe stata incendiata e seppellita all’interno di una buca appositamente scavata nel terreno. Le indagini erano state avviate nel mese di agosto, quando la Guardia Costiera nel corso di un sorvolo aveva notato nell’area adiacente al parco acquatico delle grandi buche contenenti considerevoli quantità di rifiuti. Il sequestro è stato convalidato dal Gip, che ha emesso un decreto di sequestro dell’area, dei rifiuti, dei mezzi e delle attrezzature.
Secondo la procura, l’attività di 'abbruciamento e intombamentò dei rifiuti si è protratta per diverso tempo nel terreno oggetto di sequestro, che risulterebbe di tipo seminativo, causando di fatto un danno ambientale che al momento è in fase di quantificazione. Durante questa attività di tutela e salvaguardia ambientale il personale della Guardia Costiera si è giovato anche del supporto tecnico scientifico del personale di Arpa Sicilia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA