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Esplosione Catania, vigili feriti restano gravi ma stabili

Di Redazione |

CATANIA – Sono stabili nella loro gravità le condizioni di salute dei due vigili del fuoco feriti nell’esplosione di una palazzina a Catania due giorni fa e ricoverati nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi, diretto dal dottore Sergio Pintaudi. Giuseppe Cannavò, di 36 anni, che ha una grave ed estesa lesione polmonare e Marcello Tavormina, 38 anni, che ha riportato un trauma cranico. Quest’ultimo è stato indagato dalla Procura per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, un atto dovuto per compiere atti irripetibili come l’autopsia dopo la nomina dei periti della Procura e di quelli di parte.  «Le condizioni cliniche dei due vigili del fuoco continuano a mostrare una fase evolutiva ancorché tendente alla stabilizzazione». E’ quanto si legge nel bollettino medico diramato dal reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi di Catania, diretto da Sergio Pintaudi.  «Per Cannavò – prosegue il bollettino medico – è stato possibile iniziare a diminuire la somministrazione di farmaci utili per il sostegno dell’attività cardiocircolatoria. Permane la protezione neurologica, la ventilazione meccanica, i trattamenti sui polmoni e la riserva prognostica. Per Tavormina continua la monitorizzazione delle condizioni conseguenti al trauma cranico e – conclude il bollettino medico – si sta valutando la possibilità di un intervento chirurgico di revisione dell’avvallamento della teca cranica». 

Nell’esplosione sono morte tre persone i vigili del fuoco Dario Ambiamonte, di 40 anni, e Giorgio Grammatico, di 38, e l’anziano che vi abitava, Giuseppe Longo, 75 anni. Quest’ultimo, sebbene carbonizzato, è stato riconosciuto ufficialmente dai due figli che da anni vivono a Milano. Resta ancora da chiarire la causa scatenante dell’esplosione, avvenuta dall’interno verso l’esterno in un ambiente saturo di gas propano, e anche di capire se ci sia stata una perdita dalle tre bombole presenti nella struttura o se siano state aperte apposta. Agli atti dell’inchiesta la testimonianza del vicino di casa che ha detto di avere visto un pompiere usare «un attrezzo» per aprire una porta. La Procura di Catania, che ha delegato le indagini alla squadra mobile, disporrà accertamenti tecnici per capire qual è stata realmente l’ innnesco che ha determinato l’esplosione: l’uso dell’arnese o qualcos’altro che, volontariamente o involontariamente, è accaduto dentro la casa. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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