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Emergenza e speranza, la storia di buona sanità di una madre e di una figlia

La donna costretta a partorire col cesareo alla 23ª settimana per un problema alla milza che le viene asportata. La neonata operata al cuore e ancora ricoverata

Di Francesca Aglieri Rinella |

C’è un doppio filo che lega Rosaria e la piccola Giuseppina. Che lega una madre che all’improvviso sta male e una bimba che è ancora troppo presto per fare nascere. Ma la donna partorisce per essere operata d’urgenza alla milza e la neonata viene al mondo quando ha appena 23 settimane di vita.Una storia che non è solo di buona sanità, ma soprattutto di speranza per tutti i genitori. E di orgoglio per i medici dell’ospedale Cannizzaro che hanno preso in cura madre e figlia e che sono stati in grado di gestire la doppia emergenza.

Rosaria e la piccola Giuseppina

Rosaria, 49 anni, vive ad Avola in provincia di Siracusa, con il marito Salvatore, un agricoltore suo coetaneo e un altro figlio di tre anni e mezzo. Si è recentemente rimessa dalla doppia operazione (taglio cesareo e complesso intervento chirurgico) e ha potuto trascorrere le festività pasquali a casa. Adesso tutta la famiglia spera e prega per la piccola Giuseppina, nata di appena 23 settimane e cinque giorni: è ricoverata al Cannizzaro, assistita dai neonatologi e combatte giorno per giorno per la vita dopo aver superato anche un delicato intervento al cuore.

La doppia emergenza

La doppia emergenza è stata gestita con un moderno approccio multidisciplinare dall’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro. La donna con una gravidanza assistita e a rischio fortemente voluta, a causa di un grave malore a inizio marzo è stata portata all’ospedale di Siracusa, dove le è stata tempestivamente diagnosticata una grave emorragia addominale. I sanitari, grazie alla collaborazione tra il reparto di Ginecologia e quello di Chirurgia, affrontano il caso della paziente che ha una rara rottura di un aneurisma dell’arteria splenica proprio al di sopra del pancreas. Il trattamento permette di salvare Rosaria e di salvaguardare la vita della nascitura. Nei giorni successivi, il peggioramento delle condizioni generali della donna e della bimba (una volta attivava la collaborazione interaziendale e interprovinciale) costringono Rosaria a essere trasferita in Rianimazione al Cannizzaro. La doppia situazione emergenziale è stata valutata da Savino Borraccino, direttore di Anestesia e Rianimazione, da Paolo Scollo, direttore di Ginecologia e Ostetricia, da Gaetano La Greca, direttore facente funzione di Chirurgia Generale, con il supporto di medici specialisti delle Uoc, con l’obiettivo di salvare anche la piccola Giuseppina, in grande pericolo sia per le ripercussioni delle gravi condizioni della madre e sia per l’età di gestazione sotto al limite minimo delle 24 settimane.

I due interventi

Arriva così la doppia e complessa operazione: prima il taglio cesareo, eseguito da Fabio Guardalà con la nascita di Giuseppina. Immediatamente dopo, l’intervento chirurgico da parte dell’équipe della Chirurgia Generale (Gaetano La Greca e Rosario Bonaccorso con gli anestesisti Lara Rifici e Gianluca Russo). I due chirurghi riscontrano il sospetto di problema pancreatico associato all’ischemia della milza, che viene asportata (splenectomia) e trattano i problemi al pancreas e all’addome. Alla nascita, la piccola pesa poco più di 500 grammi. Viene quindi assistita e rianimata dall’équipe dell’Unità di terapia intensiva neonatale diretta da Pietro D’Amico: il suo quasi impercettibile, ma flebile gemito alimenta una piccola speranza per la sua vita. Mentre la madre viene curata da rianimatori e chirurghi, la neonata è all’Utin per le critiche condizioni di salute. Deve essere sottoposta a un delicato intervento di cardiochirurgia neonatale al cuore a cura dell’équipe del Centro di Cardiologia Pediatrica di Taormina (medico Sasha Agati, Ines Andriani e Enrico Jannace anestesista). Adesso la piccola ha superato l’intervento di cardiochirurgia e rimane critica per definizione in ragione del suo stato di prematurità estrema, ma, con l’amorevole e meticolosa assistenza delle équipes infermieristiche delle terapie intensive, mostra tutta la sua energia e la tenace capacità di adattamento, sebbene di appena 600 grammi.

Il racconto di mamma Rosaria

Mamma Rosaria stanca e provata, ma fiduciosa è ancora in convalescenza e al telefono dalla sua casa di Avola racconta a La Sicilia la sua storia. «Io sono ancora a casa, in convalescenza, mentre mia figlia è in terapia intensiva. Tutti i giorni mio marito va in ospedale e mi racconta ogni singola parola di quello che i medici gli dicono della bambina. Ha messo peso, sta crescendo e le hanno tolto il respiratore». Rosaria descrive quanto le è accaduto e a distanza di settimane è ancora incredula. «È un miracolo della vita che ha riguardato me e la mia piccola Giuseppina. Ho avuto una gravidanza meravigliosa quando poi tutto a un tratto questo dolore. Quando sono arrivata in ospedale e poi in sala operatoria ho detto ai medici di pensare prima a lei, poi a me. Ho affidato la mia vita e quella di mia figlia non solo a Dio, ma all’equipe meravigliosa che ci ha seguito in questo percorso. Io non conoscevo nessuno dei medici e me li sono trovati tutti accanto, a darmi forza, ad abbracciarmi e a rassicurarmi. Loro sono professionisti, ma sono soprattutto persone. La mia famiglia non lo dimenticherà mai. E a loro va il nostro grazie».

L’ospedale Cannizzaro

«È un bellissimo risultato umano oltre che clinico e organizzativo – commenta Salvatore Giuffrida, commissario straordinario dell’Azienda Cannizzaro – a dimostrazione delle elevate professionalità e della capacità di multidisciplinarietà dell’azienda. L’ospedale Cannizzaro, con mission prioritaria per l’emergenza, grazie al livello di organizzazione e professionalità specialistiche da decenni è riferimento regionale e nazionale, è hub della macro area della rete del Siat per il trauma ma anche per altre reti e riferimento per le emergenze chirurgiche e mediche di gran parte delle discipline. In questa positiva vicenda il valore aggiunto di alta qualificazione, esperienza clinica e chirurgica è stato assicurato da unità operative che accolgono e trattano in urgenza casi complessi e complicanze di pazienti trattati o transitati presso altre strutture».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA