Duomo occupato, il Comune di Catania: «Famiglie rifiutano il tavolo in prefettura»

Di Redazione / 06 Dicembre 2017


CATANIA – «I manifestanti della Cattedrale continuano a rifiutare il tavolo in Prefettura». Lo ha detto l’assessore al Welfare del Comune di Catania Fortunato Parisi sottolineando come «anche dopo la riapertura del tempio, a ulteriore dimostrazione che avrebbero la possibilità di riprendere la protesta in qualunque momento, i manifestanti continuano a non accettare il tavolo di trattative in Prefettura che l’Amministrazione comunale ha offerto fin da quando, otto giorni fa, un gruppo di abitanti di Librino aveva occupato il sagrato chiedendo una casa e un lavoro».

Sono poco meno di trenta persone che fanno parte di sette nuclei familiari, ma soltanto una dozzina di essi occupa stabilmente il tempio e sosta sul sagrato con uno striscione.

«A un’ora dall’inizio dell’occupazione – ha sottolineato Parisi – avevamo invitato il portavoce dei manifestanti ad accettare il dialogo, spiegando che l’Amministrazione comunale, compatibilmente con il rispetto delle leggi e delle regole, era pronta a esaminare le loro richieste. Non si può non provare solidarietà umana nei loro confronti, ma l’Amministrazione deve rispettare i diritti di tutti i cittadini. L’impressione però è che la protesta venga strumentalizzata e che la visibilità mediatica abbia galvanizzato alcuni dei manifestanti. Sembra insomma che la protesta in sé interessi i manifestanti ancor più della reale soluzione dei problemi».

L’Amministrazione, dopo verifiche dell’Ufficio Casa del Comune, ha accertato che le sette famiglie hanno situazioni diverse: alcune risultano alloggiate in appartamenti dell’Istituto autonomo case popolari, altre in alloggi comunali, altre ancora non hanno mai presentato richiesta formale per ottenere un tetto. Molte, certo, hanno situazioni poco definite: pagamenti di canone non onorati o permanenza negli appartamenti dopo un’assegnazione solo temporanea. Noi comunque – chiosa l’assessore – stiamo lavorando con le associazioni di volontariato, con la Diocesi e Sant’Egidio, per aiutarli nell’immediato ed evitare disagi». 

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