Dottoressa violentata, l’Anm: «Fake news per screditare pm»

Di Redazione / 04 Ottobre 2017

ROMA – «Nei giorni scorsi alcune testate on line, sulla triste vicenda dello stupro di una dottoressa in servizio nella guardia medica di Trecastagni, hanno divulgato la falsa notizia che il reato contestato all’indagato, arrestato e detenuto per questa causa, è stato ‘derubricatò dal giudice in ‘infortunio sul lavorò, quando invece il Gip di Catania, su richiesta della Procura, ha applicato la custodia cautelare in carcere riconoscendo la sussistenza dei reati di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni aggravate e danneggiamento aggravato». Lo afferma la giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati di Catania.

«A prescindere dalla totale assenza di cognizioni giuridiche dimostrata dall’autore dell’articolo – si legge nel documento dell’Anm – sorprende la leggerezza con la quale è stata diffusa una notizia del genere, idonea certamente a destare sgomento nei cittadini e negli addetti ai lavori, nonostante l’agevole possibilità di verificare la realtà dei fatti anche solo mediante consultazione di fonti aperte sul web. Riteniamo che tale grave negligenza – aggiunge l’Anm – sia tuttavia un sintomo della tendenza di una parte dei media a cercare in tutti i modi di dare risalto a notizie su errori giudiziari, il più delle volte presunti, al fine di sostenere una linea di pensiero, purtroppo diffusa, volta a screditare l’operato della magistratura. Nessuno – sottolinea l’Anm di Catania – vuole discutere il diritto di cronaca né interferire con le scelte editoriali della stampa libera, ma, a parere di questa Giunta, non verificare le fonti di una notizia che già appare clamorosa, per non dire incredibile, significa tradire i principi fondamentali del giornalismo stesso e la buona fede dei lettori. La delicatezza e l’importanza dei temi trattati dalla cronaca giudiziaria, soprattutto per le ricadute sull’opinione pubblica, richiedono un approccio leale e rigoroso ai fatti, sul quale chiediamo agli organi istituzionali competenti – conclude il documento dell’Anm – di vigilare costantemente affinché casi simili non si ripetano in futuro». 

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