Notizie Locali


SEZIONI
Catania 25°

Contenuto riservato ai membri

L'intervista

Dopo il matrimonio politico con Micciché, Lombardo: «Nessun missile su Schifani ma non torni a dimenticabili stagioni»

Il leader del Mpa: «Al presidente lo stesso consiglio che Musumeci non ascoltò: chiarisca con Miccichè. Autonomia differenziata, io abrogherei la legge. Altrimenti il centrodestra perderà alle Politiche»

Di Mario Barresi |

Raffaele Lombardo, ci spiega il vero senso dell’operazione Miccichè?«È la valorizzazione di un’energia congelata, di un’intelligenza emarginata, di un’esperienza sprecata, di un uomo che, come ogni persona, va rispettato. “La centralità della persona”, ripetiamo spesso senza capire . Ricordo poi che nel 1996, allorché non fui ricandidato alle Regionali, in un momento di difficoltà, venne a trovarmi “tale Miccichè” accompagnato dai signori Alfano e Di Mauro, e mi propose di entrare in Forza Italia. Stavolta è toccato a me andarlo a trovare».

E a Roma cosa ne pensano? C’è chi dice che ci sia una copertura dei vertici nazionali di Forza Italia, altrimenti la cosa non si sarebbe fatta…«I vertici nazionali del Mpa sono in Sicilia e in quanto a Forza Italia Micciché gode dell’affetto di “vertici che più vertici non si può”».

S’è affrettato a precisare che con l’arrivo dell’ex leader regionale azzurro si accelera il percorso di federazione dell’Mpa con Forza Italia. Non è una contraddizione?«Il percorso è iniziato nel 2005 allorché il Cavaliere, Miccichè promotore, venne alla Provincia, di cui ero presidente, a sollecitare il sostegno del neonato Mpa a Scapagnini. Le nostre quattro liste furono decisive per ribaltare i sondaggi e battere l’”imbattibile” Enzo Bianco. E l’altro ieri insieme con Miccichè abbiamo votato Forza Italia e Caterina Chinnici . E mi lasci aggiungere, con un pizzico di presunzione, che, senza il nostro appoggio, l’invito di Tajani alla figlia di Rocco Chinnici a fare il capolista in Sicilia sarebbe stato malamente mortificato. Donde l’invito a federarci che abbiamo accolto e sul quale proseguiamo».

Ma, imbarcando un personaggio così ingombrante come Miccichè, più che inviso a Schifani, non corre il rischio di deteriorare i rapporti con il governatore?«È esattamente il contrario: i nostri rapporti restano tali e quali. Poi ricordo che una delle ultime volte che ho incontrato nel luglio del 2022 Musumeci, di cui non mi stanco di esaltare la correttezza, gli consigliai di parlare con Miccichè, di chiarire. È lo stesso consiglio che adesso do a Schifani».

Allora l’asse Lombardo-Miccichè non è un missile puntato su Palazzo d’Orléans?«I missili sono ben altri: dalla siccità al funzionamento della sanità, al riordino del sistema dei rifiuti… Dal Mpa è venuto sempre un contributo di lealtà al governo e alla produzione legislativa, mai trabocchetti o scrutini segreti».

Magari è solo un problema di percezione. E se l’effetto collaterale fosse spingere il governatore ancor di più fra le braccia di Fratelli d’Italia e sotto la “curatela” di Cuffaro e Sammartino?«Con FdI abbiamo un rapporto, oserei dire, privilegiato. E poi non soffriamo di gelosia… Ci interessano i fatti. Ho invocato più volte, ed invano, un incontro di coalizione per parlare di sistema sanitario, manovra finanziaria, partecipate. Purtroppo ho dovuto esprimermi attraverso la stampa. Con gli yesmen la sanità va incontro al disastro. Le manovre finanziarie prossime venture archivino, per carità, gli onorevoli budget che producono scompensi e sprechi. Le partecipate vengano governate con rigore e nell’interesse della Regione: a tal ultimo proposito, non sono il solo a voler capire il senso dello smembramento dell’Ast con cessione ai privati delle tratte remunerative e mantenimento al pubblico di quelle che non si reggono finanziariamente con facile previsione del fallimento e del licenziamento del personale».

Si narra della promessa di un secondo assessorato per l’Mpa, in presenza del segretario nazionale, quando sarebbe arrivato il quinto deputato regionale. Adesso è arrivato il sesto e potrebbero arrivare il settimo è l’ottavo. Non è tempo di un “tagliando” negli equilibri della maggioranza alla Regione?«Il tema non è in cima ai nostri pensieri. Ma sì: è vero, ci aspettiamo di esprimere, per ora, il secondo assessore. Alle Regionali, in una competizione difficilissima il Movimento per l’Autonomia, penalizzato dalla contemporaneità con le Politiche, ottenne il 6,8 per cento: quanto e più di altri. È ora di essere consequenziali».

Accetterete la vicepresidenza della Regione per Di Mauro?«Mah…».

Il referendum contro l’autonomia differenziata va avanti a passi da gigante. L’hanno già firmato oltre 100mila siciliani. Lei lo firmerebbe?«Io abrogherei direttamente la legge, per come è stata approvata… Spiegando alla Lega che, quorum referendario o meno, questo sarà l’argomento che rischia di portare il centrodestra a perdere le prossime elezioni politiche».

Fra qualche mese si arriverà al giro di boa della legislatura alla Regione. E partirà, anche se sottotraccia è già partito, il tormentone sulla ricandidatura di Schifani. Lui sembra molto interessato al bis, lei che ne pensa?«Schifani per l’esperienza e per l’anagrafe, che lo rende un uomo più libero, può tornare ad avere il mio e il nostro sostegno in misura ancora più significativa: contiamo di raddoppiare i consensi. Non si faccia però trascinare indietro verso dimenticabili stagioni. Meno telefonate e visite a Roma, più senso all’Autonomia, che è autodeterminazione in sintonia con gli alleati e con i bisogni dei siciliani all’insegna di senso di responsabilità, rigore amministrativo, impiego delle risorse umane e materiali della terra più ricca e piamente più depredata quale è la nostra Sicilia».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA