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Dissesto, Comune di Catania fa economia: taglio ai fitti passivi del 60%

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Entro il 2021 il Comune avrà ridotto i fitti passivi del 60 per cento portandoli dai 2milioni 309mila 976euro del 2018 ai 930mila919 del 2021, con una previsione di portare questo dato a zero entro pochi anni e forse già entro la fine di questa consiliatura. Sarà una svolta, per certi versi epocale, visto e considerato che in questa città per decenni si sono spesi annualmente milioni e milioni di euro in fitti passivi mentre il famoso palazzo Bernini, acquisito da una ditta creditrice per disposizione del Tribunale, giace ancora in malora. L’immobile di piazza Michelangelo costato nel Duemila svariati miliardi vecchie lire era stato acquistato per farne una cittadella di uffici comunali, ma è rimasto per quasi due decenni inutilizzato. Disinteresse, strafottenza oppure dietro questa mancata scommessa c’è altro?

Comunque col dissesto dichiarato molti nodi sono arrivati al pettine e, ad esempio, il famoso palazzo di uffici di via Domenico Tempo, sede fino a pochi mesi fa di svariate direzioni, Lavori Pubblici, Utu, Archivio, Patrimonio, è stato lasciato attraverso la risoluzione del contratto. Per tanti anni il Comune ha pagato per quella sede 800mila euro l’anno. Oggi le direzioni elencate sono state dislocate in alcuni immobili comunali opportunamente ristrutturati in piazza Spedini, in via Monte S. Agata e in altre sedi, con un abbattimento sensibile dei fitti. Vediamo di fare un quadro dettagliato dell’operazione portata avanti dalla direzione Patrimonio per ridurre gli affitti. Già in questo anno si è arrivati alla riduzione dei fitti passivi che sono passati dai 2mln309mila976 euro a 1mln818mila978 euro con una riduzione di 490mila988 euro, grazie soprattutto alla cessazione del contratto con i proprietari dell’immobile vicino al faro Biscari. Per il 2020 si prevede un abbattimento ulteriore della spesa di circa 544mila056 euro dovuto sembra alla cessazione del contratto per l’immobile di via Biondi e per altri svariati immobili. Sembra che tra questi ci siano anche i locali di via Manzoni, affittati per farne una box office al servizio della promozione turistica. l contratto venne stipulato dalla precedente amministrazione all’incirca per 6.600 euro mensili. Il contratto per questo immobile dovrebbe cessare a partire da gennaio 2020. In passato proprio l’affitto di questi locali finì al centro di una vibrata discussione in Consiglio tra chi chiedeva di equiparare il prezzo di affitto al prezzo di mercato e inoltre di spiegare in Consiglio come mai si fosse deciso di affittare un immobile per la promozione turistica visto e considerato che in città c’erano già altre sedi destinate al turismo. Sempre nel 2020 si prevede di annullare anche alcuni contratti di affitto in via Battello in cui ci sono alcuni archivi e l’ufficio per l’impiego.

Nel 2021, invece, secondo questo programma disposto dalla direzione Patrimonio e voluto dall’assessore e vicesindaco Roberto Bonaccorsi su precisa disposizione del sindaco Pogliese, si prevede una ulteriore riduzione del costo dei fitti di 544mila056 euro, che porterà quindi la spesa generale per gli affitti a 930mila919euro, con una riduzione rispetto all’anno precedente di 344milaeuro e un abbattimento del costo complessivo del 60% rispetto al 2018. A partire dal 2021 l’obiettivo del Comune è procedere a un’ulteriore riduzione dei fitti sino a portarli a una spesa pari a zero. E in questo contesto si inserisce la variante approvata dal Comune sul progetto di risanamento di Corso Martiri che prevede la realizzazione, al posto dell’area prima prevista per il mercato, di una palazzina di uffici comunali che nell’intento dell’amministrazione produrrà risparmi considerevoli anche dal punto di vista energetico. La variante è stata fortemente contestata alcuni giorni fa dalla presidente di «Italia nostra», sezione Catania, in quanto secondo l’associazione «provoca nuovo consumo di suolo e non è confacente con la cubatura prevista nel progetto».

E in fatto di risparmi l’operazione presto riguarderà anche alcune società Partecipate. E’ in itinere all’Amt il progetto per affidare i lavori di ristrutturazione di una delle palazzine dell’autoparco di Pantano d’Arci per trasferirvi la direzione generale dell’azienda trasporti che oggi si trova in affitto in via S. Euplio. Il piano di riduzione del costo dei fitti passivi si inserisce nel programma generale varato dall’amministrazione per ridurre il costo complessivo della macchina amministrativa all’incirca di 20 milioni annui, piano che passa anche attraverso i tagli previsti per la Multiservizi, l’Amt, la revisione di molti contratti dei Servizi sociali e nel complesso della riduzione del costo complessivo del personale che ogni anno si ridurrà di circa 200 unità che andranno in pensione riducendo il costo complessivo di molti milioni. L’operazione è arrivare al più presto a un bilancio riequilibrato che rimetta in equilibrio il Comune con uguali entrate e uguali spese. L’incognita principale ovviamente è il costo della Tari, tassa che oggi continua ad avere un tasso di evasione quasi pari al 50%. Cioè per un servizio che ogni anno costa all’incirca 70 milioni il Comune ne incassa soltanto poco meno di 40 milioni. Pogliese sino a pochi mesi fa aveva sollecitato il governo ormai in crisi a riconsiderare l’introduzione della Tari nella bolletta elettrica. Il sindaco aveva richiesto il provvedimento all’ormai dimissionario ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Adesso con la nascita di un governo M5s-Pd questa opportunità sarà riconsiderata?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA