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Dissesto Catania, Giarrusso a Pogliese: «Dimissioni Bonaccorsi o niente fondi»

Di Redazione |

Catania – «O il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, fa pulizia e chiarezza e chiede al presidente del collegio dei revisori dei conti che si è dimesso di tornare a ricoprire l’incarico oppure non si presenti a Roma, o in qualunque altra parte, perché non gli sarà dato un euro».

Lo ha affermato il senatore del M5s Mario Giarrusso in conferenza stampa a Catania, il cui video è pubblicato sulla sua pagina di Fb, sottolineando la «stranezza nella tempistica delle dimissioni del presidente, all’indomani della presentazione della relazione», e chiede chiarezza. Per questo annuncia che «la relazione dei relatori dei conti del Comune sarà inviata alla Procura», e che chiederà al prefetto di «avviare un’attività ispettiva sul bilancio dell’Ente», in dissesto finanziario. Anticipa anche che sul caso attiverà «la Commissione parlamentare Antimafia».

La vicenda si intreccia sul file audio tra l’ex candidato sindaco M5s Giovanni Grasso e il vice sindaco Roberto Bonaccorsi il cui tema era la capogruppo del M5s al Comune, Lidia Adorno, che era al centro della conferenza stampa. Bonaccorsi, tra l’altro, avrebbe detto «a chissa ‘a ntappassi ‘nto muru» (a questa la sbatterei contro un muro, ndr) e «C’ ama ‘a ddari ‘n coppu» (Le dobbiamo dare un colpo, ndr).

Il Movimento chiede le «dimissioni immediate di Bonaccorsi», che a sua volta ha annunciato querele. Giarrusso sottolinea la differenza tra noi e gli altri: noi gli indifendibili non li difendiamo, li mandiamo a casa, non aspettiamo il terzo grado di giudizio». E Grasso, ha ricordato, «lo abbiamo espulso subito dopo avere ascoltato il file audio inviato per errore sulla nostra chat».

«Pogliese – ha aggiunto – avversario che conosco e al quale non appartiene quel linguaggio, venga in Aula a spiegare altrimenti dimostra che non è libero. Bonaccorsi ha danneggiato tutta la città e deve dimettersi».

«Al gruppo consiliare e più in generale a tutto il movimento cinque stelle abbiamo sempre riconosciuto un ruolo di stimolo per la nostra azione amministrativa e vogliamo continuare a farlo». E’ quanto afferma l’amministrazione del Comune di Catania sulla conferenza stampa del M5s e le dichiarazioni del senatore Mario Giarrusso. «E anche per questa ragione – aggiunge la nota – è meglio soprassedere e sorvolare, sul tentativo di utilizzare un episodio privato e non sappiamo quanto casuale, per mettere in discussione l’azione del Governo nazionale e l’operato dell’Amministrazione Comunale nella sua azione di pressing sul governo e il parlamento, per adottare misure di sostegno e fare rialzare Catania dal dissesto in cui è stata lasciata dalla precedente amministrazione. E’ quanto mai opportuno, invece – si sottolinea del Comune – che ci sia un’assunzione di responsabilità generale in un momento cosi drammatico per Catania, operando tutti nella stessa direzione che è l’interesse dei cittadini, gravato da scelte sbagliate e su cui proprio le divisioni strumentali a fini di partito, anche nel passato, hanno fatto tanto male a Catania».

L’amministrazione «riconferma piena fiducia e stima nella persona e nell’operato di Roberto Bonaccorsi amministratore qualificato e integerrimo, in questi giorni oggetto di una campagna denigratoria – prosegue la nota – solo per avere risposto con tono colloquiale a una chiamata telefonica, che era e doveva rimanere privata, di un consigliere del M5s che attaccava una sua collega di gruppo, resa pubblica con modalità tutte da appurare. Catania ha bisogno di ben altro in questo momento che ridurre il confronto su singole parole, che comprensibilmente possono aver colpito la sensibilità della consigliera Adorno, ma – conclude la nota – solo perché estrapolate da una conversazione in cui Bonaccorsi ribadiva, con toni forti e accesi, solo quanto aveva detto pochi minuti prima nell’aula del consiglio comunale, per alcune frasi presuntivamente diffamatorie nei suoi confronti».

Toni che i consiglieri del Gruppo Consiliare #insiemesipuò, Salvo Di Salvo, Agatino Giusti e Giovanni Petralia hanno tacciato come «intimidatori». «Se questo è l’interesse per Catania – hanno scritto – oggi più che mai risulta chiaro che non vi è nessuna intenzione per far sì che la città possa risollevarsi da questa crisi finanziaria. Non possiamo accettare da catanesi prima che da Amministratori, che un parlamentare del partito di maggioranza relativa del Governo possa rivolgersi al sindaco con un ultimatum ricattatorio: o le dimissioni dell’assessore altrimenti inutile venire a Roma, il Governo non aiuterà Catania! Non entriamo nel merito della vicenda Grasso-Adorno-Bonaccorsi, le responsabilità qualora ce ne siano saranno accertate in altre sedi. Abbiamo già manifestato vicinanza alla collega Lidia Adorno nel precedente Consiglio Comunale e analogamente abbiamo sempre apprezzato Roberto Bonaccorsi per il signorile profilo umano e istituzionale; ma tutta questa assurda vicenda non può e non deve deve assolutamente compromettere il dialogo in corso con il Viceministro Castelli e il governo per aiutare Catania. Catania è la decima città d’Italia e le beghe politiche, per giunta carpite accidentalmente da una telefonata privata, non possono nuocere l’interesse generale al bene comune che nei toni utilizzati dal M5S è stato purtroppo superato dall’interesse di parte».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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