La decisione
«Discriminata la minore disabile», così il giudice condanna il Comune di Zafferana Etnea
Da settembre la famiglia Marino chiedeva l’assistenza a scuola per la figlia
«È una vittoria per noi, ma non solo, ed è arrivata proprio nella giornata della disabilità. Io, mia moglie e mia figlia siamo felici». Lo dice Daniele Marino, padre della piccola Gaia, che ieri ha ricevuto dalla Prima sezione civile del tribunale di Catania l’esito del suo ricorso contro il Comune di Zafferana Etnea: sua figlia, di 5 anni e disabile, ha diritto da subito all’assistenza scolastica. «Il giudice ordina di cessare immediatamente la condotta discriminatoria posta in essere nei confronti della minore e di erogare immediatamente nei confronti della predetta l’assistenza igienico-sanitaria per un numero di ore settimanali non inferiori a 10», si legge nella decisione. Il Comune è stato anche condannato a rimborsare ai ricorrenti le spese processuali.
Ma per l’assessore ai Servizi sociali Ata Pappalardo, non si tratta di una sconfitta: «L’interesse del Comune è esattamente quello che chiede ora il giudice, ovvero avviare il servizio per 10 ore, mentre la famiglia ne chiedeva 15. Abbiamo sempre garantito alla famiglia Marino tutti i servizi spettanti, dall’assistenza alla comunicazione Asacom al trasporto. E se non fosse stato per l’attesa dell’esito del ricorso, il servizio igienico-personale sarebbe partito anche per loro un mese fa come per tutti gli altri».
All’avvio della scuola il 12 settembre il servizio, stabilito all’interno del Pei (Piano educativo individualizzato) dal Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione dell’istituto di Acireale che frequenta la minore, le dieci ore non erano però state concesse per problemi di bilancio, comuni a molte altre Amministrazioni locali. «Noi – prosegue Pappalardo – riceviamo contributi dalla Regione siciliana in proporzione ai minori e alle ore e, come previsto, facciamo fronte se necessario anche con nostre risorse. Ma sottolineo che la richiesta dei genitori era di 15 ore. Noi abbiamo sempre insistito per 10», conclude.Per i Marino finiranno così «le lunghe mattinate passate davanti alla scuola per poter intervenire nel caso di qualunque esigenza di Gaia», dice il padre. Ma è un successo anche per i legali che hanno assistito la famiglia, gli avvocati Francesco Silluzio e Rosaria Verzì, che è anche una consigliera comunale d’opposizione a Zafferana. «Il riconoscimento delle spese dice una cosa fondamentale: questo giudizio poteva essere evitato – commenta l’avvocata Verzì – È stato riconosciuto un diritto documentalmente provato, cosa non fatta dall’Amministrazione. Come legale prima che consigliera sottolineo che l’esito di questo caso ha a supporto sentenze della Corte costituzionale sul diritto allo studio, ela violazione della legge 104 del 1992 sulla disabilità e delle norme regionali sull’obbligo di assistenza in carico ai Comuni». Critica poi «politicamente la scelta da parte del Comune di spendere duemila euro per l’avvocato invece che riconoscere il servizio».
Quanto alle ore, indicate in 15 nel ricorso e in 10 nel documento Pei, «si è trattato solo di un errore materiale di trascrizione, come sottolineato nelle udienze. L’obiettivo è sempre stato quello di avere riconosciuto quello che era stato stabilito già a giugno scorso dal Glo all’interno del Pei», conclude l’avvocata Verzì. «Noi siamo soddisfatti, ma credo che questo risultato sia valido per i diritti di tutti i diversamente abili. Come famiglia lottiamo e lotteremo sempre. E non ci fermeremo qui», conclude Daniele Marino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA