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Da ex ospedale a “Museo dell’Etna”: arrivano i primi 2 milioni per le demolizioni

Il vecchio presidio ospedaliero del Vittorio Emanuele dovrà diventare un polo museale: pagato l’anticipo alle ditte

Di Luisa Santangelo |

Due milioni e 300mila euro, intanto, sono stati spesi. Un anticipo rispetto all’importo complessivo di oltre undici milioni per l’ex ospedale Vittorio Emanuele di via Plebiscito. In questo caso, l’appalto riguarda «restauro e rifunzionalizzazione» del vecchio padiglione San Marco, e l’allestimento «del Museo dell’Etna nel Polo Museale del territorio etneo».

Il Genio civile di Catania ha deliberato, nelle scorse settimane, di versare un anticipo del 20 per cento alle imprese che, insieme, si sono aggiudicate l’appalto l’1 agosto 2023. Adesso, un anno dopo, il Consorzio stabile Medil (di Benevento) e la I.co.ser (di Gangi, provincia di Palermo) hanno ottenuto le prime somme per i lavori nel fu presidio ospedaliero, destinato a diventare il simbolo della rivoluzione a cui andrà incontro il quartiere Antico Corso. I 2.393.127 euro complessivi saranno divisi per il 61 per cento a Medil e il restante 39 per cento alla I.co.ser, in base alla partecipazione di ciascuna alla società consortile Museo Etneo scarl, costituita a gennaio di quest’anno proprio per l’ex Vittorio Emanuele.

Il progetto, insomma, va avanti. Almeno il primo lotto, che riguarda «il blocco prospiciente via Plebiscito», grande circa ottomila metri quadrati. Lì dove da mesi sono apparsi i pannelli esplicativi della futura struttura museale. L’allestimento del museo e alcuni ulteriori interventi edili saranno oggetto di bandi successivi. A disposizione, in fondo, ci sono 25 milioni di euro. Dei quali neanche la metà previsti per questa parte della procedura. Le due imprese citate dovranno occuparsi delle «demolizioni delle superfetazioni incongrue», cioè dell’abbattimento di tutte le strutture che si sono appogiate al corpo principale del Vittorio Emanuele e che sono state costruite dopo gli anni Cinquanta del Novecento. E che sono prive, quindi, di qualunque valore architettonico.

Tra gli interventi previsti dal bando, da realizzarsi in 900 giorni «naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori», c’è anche l’abbattimento di una parte di soffitta al terzo piano, «per la realizzazione della terrazza e della Sala espositiva con vista sull’Etna». Secondo il progetto dovrà esserci una «ampia vetrata continua», arretrata di cinque metri dalla facciata, «in modo da creare un cono visivo ottimale sul vulcano più alto d’Europa», col barocco del centro storico etneo a fare da base.

I lavori del Museo dell’Etna interesseranno il corpo principale dell’ex ospedale, ma non saranno gli unici. Insieme a quelli finanziati dalla Regione Siciliana, arriveranno gli investimenti programmati dal Comune di Catania, dall’università e dall’Ersu (l’ente per il diritto allo studio). L’ateneo avrà in comodato d’uso gratuito spazi per aule che possano accogliere fino a tremila studenti e trecento alloggi per i fuorisede. Raggiungibili con la vicina fermata della tratta della metropolitana che dovrà collegare piazza Stesicoro all’aeroporto di Fontanarossa. Progetti che, uniti alla creazione della piazza al posto dell’ex ospedale Santa Marta – ormai demolito – promettono di cambiare faccia all’Antico Corso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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