CATANIA – «Esiste una oggettiva difficoltà a risalire alle cause dirette delle gravi lesioni della palazzina di via Castromarino, a causa delle particolari condizioni della stratificazione lavica, così come è stata ritenuta improbabile la possibilità di un ripristino dell’immobile, i cui costi sarebbero particolarmente gravosi». Queste parole pronunciate dal sindaco di Catania Salvo Pogliese ieri durante il tavolo tecnico urgente – convocato con tecnici di genio civile, protezione civile regionale e comunale, vigili del fuoco, servizi manutenzioni e urbanistica del Comune, Fce e polizia locale – sul crollo dell’edificio nel centro storico della cittò hanno fatto infuriare l’avvocato dei residenti sfollati Giuseppe Lipera. «Credevo che Pogliese fosse stato eletto per fare il sindaco a Catania – ha dichiatato Lipera – ma questa sua affermazione, assolutamente inadeguata, azzardata e oggettivamente incomprensibile, perché al di fuori dalla realtà e dalle ipotesi, mi fa pensare che il primo cittadino ha tentato piuttosto ad ergersi ad Autorità Giudiziaria, con in più poteri divinatori che gli fanno presagire nientepopodimeno che non si sapranno mai le cause del crollo che c’è stato, né chi sono i responsabili, ragion per cui, per dirla alla catanese, cari concittadini sfollati «putitivi stuiari u mussu”».
Lipera ha sottolineato con forza che «gli sfollati di Via Castromarino e i cittadini catanesi tutti, qualunque siano le difficoltà, intendono conoscere esattamente le cause del disastro e i loro responsabili, considerato che nel sottosuolo, dove è avvenuto il noto crollo, operava la cosiddetta “talpa” per la costruenda metropolitana, lavori che presuppongono che vi siano stati dei progettisti e degli esecutori ed è per queste ragioni che tutti i miei assistiti confidano che l’attuale procedimento penale, pendente avanti la Procura della Repubblica di Catania, sostituto Dott. Andrea Norzi e aggiunto dott.ssa Agata Santonocito, fascicolo immediatamente iscritto contro ignoti, quanto prima avrà iscritti i nomi e cognomi di precisi indagati».
«Quindi caro Sindaco – conclude con un invito il legale degli sfollati di via Castromarino – anziché pensare alle cause o ai responsabili del crollo si occupi, senza perdere altro tempo, di trovare alloggi adeguati per la gente, considerato peraltro che la misera somma di € 250,00 al mese è assolutamente inadeguata ed incongrua».
E anche di questo si è parlato ieri in una riunione a convocata ieri mattina dall’assessore Giuseppe Lombardo in via Calì, fissata alle 10.30 ma iniziata con un grande ritardo che ha esasperato i toni del confronto fin da subito, si è conclusa con la conferma delle uniche soluzioni, al momento, a disposizione del Comune: tre appartamenti all’interno di un immobile in via Stazzone con i pasti assicurati in attesa dell’allestimento della cucina e un appartamento dello Iacp in via Nuovalucello, alloggi da assegnare in base a criteri reddituali e presenza di disabilità e minori; il “buono casa” di 250 euro mensili e il “buono famiglia”, che include supporto al pagamento di affitto e utenze, pari a 280 euro mensili.
Si parla di 12 famiglie sfollate, la maggior parte delle quali non avrebbe mai pensato di aver a che fare nella propria vita con i servizi sociali e la lentezza burocratica, perfino nelle procedure in emergenza. Ma soprattutto nessuna di loro si sarebbe aspettata di ritrovarsi senza il frutto dei sacrifici di una vita, alcuni ancora in pagamento: le proprie case.
Sul “buono casa”, da versare a chi affitta, l’assessore Lombardo si è messo a disposizione per incontrare personalmente eventuali proprietari di casa, individuati dagli stessi sfollati, scettici rispetto al pagamento puntuale da parte del Comune, al fine di rassicurarli sulla bontà della misura e della capacità dell’ente al pagamento della caparra e del mese corrente. Il “buono famiglia”, che in questo caso verrebbe versato alle famiglie che hanno cercato e affittato con le proprie risorse una casa, è una ulteriore misura che sarà adottata dall’amministrazione probabilmente la prossima settimana.
Nel tavolo tecnico, oltre che delle cause, si era parlato anche del rischio concreto di eventuali crolli della palazzina, palesati dopo il nuovo intervento dei vigili del fuoco del 17 febbraio. L’esito del tavolo ha stabilito «un intervento immediato e obbligato di consolidamento interno e puntellamenti esterni, in attesa di completare gli esiti del monitoraggio del manufatto sulle lesioni alle pareti e alle strutture portanti».
«Gli sviluppi tecnici – ha spiegato Pogliese – verranno comunicati nei dettagli all’autorità giudiziaria e vengono considerati necessari per evitare ulteriori crolli, che potrebbero essere di gravissima portata per tutta la zona».
«La pubblica incolumità ha la priorità – ha sottolineato il sindaco – come gli sfollati e quanti abitano nei pressi, che potrebbero trovarsi anch’essi in situazioni di difficoltà».