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Corte dei Conti su Casse Comune di Catania: «Situazione aggravata»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Inutile dire che col suo linguaggio inequivocabile il magistrato istruttore, Giovanni De Pietro, traccia uno scenario buio per lo stato delle casse comunali che nonostante i ripetuti allarmi sarebbe addirittura peggiorato. Nella nota di ottobre il giudice infatti scrive: «va osservato che le relazioni, trasmesse da codesto organo di revisione non risultano esaustivamente supportate da analisi critiche e puntuali su ogni singola misura e azione poste in essere per il risanamento delle finanze. Ciò impedisce a questo organo di controllo di poter effettuare valutazioni congrue in merito allo stato di attuazione del Piano di riequilibrio sulla base degli obiettivi posti per il 2016 e il primo semestre del 2017, anche alla luce degli intervenuti mutamenti legislativi e dell’aggravarsi della situazione finanziaria dell’ente».

Nella conseguente richiesta di invio, entro 20 giorni dalla ricezione, di elementi istruttori, il magistrato chiede di avere i documenti su interventi finanziari e tra questi sui milioni trasferiti nel bilancio dell’ente dall’Amt in liquidazione e sull’Asec spa. «In particolare – scrive De Pietro – occorre riferire in merito…all’accertamento, nel 2016, di 11.721.723 euro riferito all’ex Amt in liquidazione a seguito della traslazione dei valori di Bilancio Amt nel bilancio dell’Ente…» e «fornire il titolo giustificativo a supporto dell’accertamento pari a 37.800.000 euro relativo alla cessione alla Asec spa della porzione di rete del gas di proprietà dell’ente, allegando la documentazione in merito alla cessione e alla stima del suo valore». Documenti vengono richiesti anche per gli «accertamenti per l’importo complessivo di 59.771.804 euro, relativi anche alle alienazioni di beni immobili, con particolare riferimento alla vendita su procedura esecutiva di palazzo Bernini». Si chiede anche «di relazionare in merito all’utilizzo nel bilancio 2016-2018 dell’avanzo vincolato di amministrazione per 37.535.170 euro…» e di «fornire chiarimenti in merito al finanziamento con avanzo, delle spese relative alle Partecipate (Amt e Multiservizi) di 9.405.195 euro.

Sui debiti fuori bilancio – nota molto dolente – si richiede «di chiarire l’evoluzione dei debiti in attesa di riconoscimento al 31-12-2016, alla luce dei dati rilevabili dalle relazioni dei Revisori relative ai Rendiconti 2015 e 2016».

Nella nota della Corte, relativa al Rendiconto 2015, il magistrato della Corte dei conti, tra le tante osservazioni, mette in risalto numerose incongruenze finanziarie, tra cui quelle relative agli incassi Ici. «Vanno indicate le ragioni dell’aumento nel 2015 degli accertamenti del Titolo I con particolare riferimento agli accertamenti Ici che da 27.967.898 euro del 2014 aumentano a 56.613.844 del 2015 a fronte di riscossioni pari a 0»… mentre in merito alla gestione di cassa ci si sofferma sulle anticipazioni: «L’ente è in anticipazione di tesoreria con uno scoperto al 31/12 pari a 150.909.483 euro e comunica un fondo di cassa di 884.671 euro…». E più avanti «tra le partite di giro» viene indicato un importo per “reintegro incassi vincolati” di 163.052.307 euro a fronte di un utilizzo nel 2015 di 200.844.938 euro con una differenza di 37.832.676 euro». Inoltre il giudice chiede di: fornire l’elenco dei pignoramenti esistenti al 31-12-2015 e al 31-12-2016; di riferire sulla situazione debitoria nei confronti di Sidra; di riferire «sull’esito delle transazioni già avviate…evidenziando sino ad oggi i pagamenti effettuati» e, infine, di fornire «notizie in merito all’avvio, nel 2016, di procedure di stabilizzazione di personale precario». Quanto alla gestione dei residui il magistrato sollecita l’invio della relazione «in merito all’economia di 6.942.438 euro relativa alla costruzione dell’edificio per edilizia «programma integrato S. Cristoforo» e alla corrispondente economia in entrata per il maggiore importo di 8.482.497 euro».

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