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Coronavirus, sempre grave donna ricoverata al Cannizzaro di Catania

Di Redazione |

Catania – Restano stazionarie, e comunque purtroppo gravi, le condizioni della donna di 67 anni, positiva al coronavirus, ricoverata da due giorni alla Rianimazione del Cannizzaro. In buone condizioni, invece, i sette pazienti ricoverati nel reparto di Malattie del dott. Carmelo Iacobello che in merito alle cure che si stanno somministrando ai pazienti conferma che si stanno utilizzando farmaci sperimentali già utilizzati in Cina oltre che altre molecole utilizzate per la cura dei malati di Hiv. Iacobello ha spiegato che non è ancora possibile dire se questi farmaci possano realmente funzionare per debellare il Covid-19. «E’ difficile capire se lo stato positivo di salute dei miei pazienti sia dovuto ai farmaci o al sistema immunitario che reagisce. Bisognerà fare uno studio accurato quando finirà l’epidemia». Analoga cura è stata effettuata sul cosiddetto «paziente zero» del Cannizzaro, il primo caso di coronavirus accertato in ospedale, per il quale cinque medici e 8 infermieri dell’Utir sono ancora in isolamento. Si tratta del professore di Agraria con cattedra a Reggio Calabria«, dimesso ieri dal reparto e al momento in isolamento a casa .

Il primaio di Malattie infettive dell’ospedale delle emergenze aggiunge che al momento si sta lavorando «più per tranquillizzare la gente, dando una risposta anche sul piano psicologico. «Abbiamo registrato tanta angoscia e tanta paura nelle persone che si rivolgono a noi, Per fortuna noi ancora siamo in una condizione abbastanza tranquilla e speriamo di restarci» Stenta, invece a riacquistare tranquillità la situazione alla direzione generale dell’Asp dove ieri si sono registrati due casi sospetti e positivi ai tamponi. C’è preoccupazione tra gli impiegati perché i due dipendenti, pur non avendo avuto contatti col pubblico sono andati al lavoro regolarmente sino al momento della comparsa dei sintomi. Da indiscrezioni non confermate si sostiene che le due contagiate siano addette del cosiddetto «sesto piano», quello delle direzioni»

Medici di famiglia, cresce l’allarme.

Intanto cresce l’allarme tra i medici di famiglia, soprattutto dopo la triste notizia del decesso del presidente dell’Ordine dei medici di Varese che era un medico di famiglia. Un nutrito gruppo della categoria ha inviato una accorata lettera al Prefetto con la quale chiede l’immediato intervento delle autorità per dotare i medici di famiglia, primi b sul campo, insieme ai medici ospedalieri, al contrasto i della malattia, di mascherine, guanti e tutto il materiale occorrente per affrontare la situazione. Allo stesso tempo i medici chiedono al prefetto di prendere in considerazione l’applicazione di un nuovo codice per l’accesso negli ambulatori. I medici di famiglia, inoltre, sarebbero stati chiamati dalle autorità a monitorare con telefonate di controllo tutti quei cittadini che qualche giorno fa hanno lasciato frettolosamente le regioni rosse del nord, per monitorare se questi stanno osservando regolarmente le disposizioni di quarantena imposte a chi è rientrato.

Intanto continua a restare valida la possibilità di utilizzare l’ex palazzina della ex chirurgia d’urgenza del Vittorio Emanuele come struttura di supporto ai malati di Covid. Proseguono i sopralluoghi per consentire anche alla provincia di Catania di dotarsi di un aumento di posti letto. Provvedimenti sarebbero stati presi anche in tutti gli ospedali della provincia che hanno aumentato i posti letto per non trovarsi impreparati qualora i casi dovessero aumentare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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