CATANIA – Antonello Biriaco è il nuovo presidente di Confindustria Catania. Lo ha eletto l’assemblea dell’associazione che ha così accolto, senza alcun voto contrario, la proposta della Giunta che lo aveva indicato all’unanimità. Eletti anche i vicepresidenti che lo affiancheranno nel mandato: Maria Cristina Elmi Busi (Sibeg); Francesco Caizzone (STMicroelectronics); Angelo Di Martino (F.lli Di Martino Trasporti), con il ruolo di vicario; Santi Finocchiaro (Dolfin) e Andrea Vecchio (Cosedil). Tesoriere è stato eletto Rosario Leonardi, past president di Confindustria Catania.
Imprenditore di quinta generazione, Antonello Biriaco, 54 anni, sposato, una figlia, è amministratore di Navimec, storica azienda della cantieristica navale, fondata a Catania nel 1895 con il nome di Biriaco Cantieri Navali. All’interno del sistema associativo ha ricoperto molteplici ruoli: vicepresidente vicario di Confindustria Catania, presidente della sezione Metalmeccanici, membro della Giunta di Confindustria Sicilia e componente del board tecnico di Retindustria. E’ stato anche componente del Consiglio di amministrazione di Sac spa; vicepresidente di Sac Service, società di gestione dei servizi aeroportuali di Catania; componente della giunta della Camera di commercio di Catania e del comitato dell’Autorità portuale del capoluogo etneo. Attualmente è componente dell’organismo di partenariato della risorsa mare dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale.
Attrattività della zona industriale, riqualificazione edilizia, ricerca e innovazione, infrastrutture e logistica, finanza e incentivi per lo sviluppo i temi prioritari indicati dal presidente Biriaco per proseguire l’azione di Confindustria a sostegno della crescita delle imprese e del rilancio del territorio. «Siamo fortemente consapevoli della nostra missione sociale – ha dichiarato – ma per creare ricchezza e occupazione abbiamo bisogno di un ecosistema amico dello sviluppo. Non chiediamo favori o assistenza, ma un contesto in cui fare impresa non sia una corsa ad ostacoli. Per la nostra area industriale, che vive ancora nel degrado, occorre una gestione amministrativa snella e ancorata ai territori, che assicuri risorse certe e spendibili».