Catania
Concorsi “truccati”, ex rettore Recca e Foti indagati per due casi
Catania – «Loro azzerano e ogni volta ricominciano… perché questo gioco sta convenendo a farmacologi potenti… Non mi piace questa… Ora chiama il genetista picchì ci cummeni, poi chiama l’anatomicu ca su chinnici… E i ragazzi bravi aspettano». Sarà pure stato un sistema consolidato, con colonnelli e generali, ma non tutti all’Università di Catania lo condividevano in pieno. Perché magari qualche occhio di riguardo per il raccomandato di turno – perché di questo si tratta – può anche starci, ma lasciare per anni a soffrire gente realmente meritevole di occupazione e avanzamenti di carriera, beh, quello no. Alle persone perbene fa male. Anche se poi l’interlocutore si rivelava puntualmente insensibile a tali esternazioni.
Il rettore Basile, al pari del suo predecessore Pignataro, secondo quanto emerge dalle carte è sempre andato dritto per la propria strada. Pur manifestando una propensione al dialogo che ai potenti dell’Università non dispiace. L’ex rettore Tony Recca, anch’egli indagato in questa operazione, a tal proposito confida a un amico: «Noi dobbiamo essere collaborativi con Basile … fino a quando Basile, come sta facendo, si comporta bene con noi … Io qua sto bandendo un posto per ordinario per Cicala (non indagato) e il posto di ricercatore B per la Latteri (figlia del defunto Ferdinando, non indagata). Più di questo cosa volete subito?».
Insomma, nessuno sfugge alla regola. Neanche il professor Enrico Foti, rivale di Basile nell’elezione del 2017. Per quanto in talune occasioni si schieri politicamente contro le decisioni di Basile e dei suoi colonnelli risulta indagato, proprio assieme a Recca, per avere contribuito a sistemare le questioni relative al Cicala e alla Latteri con l’alterazione della procedura di gara ex articolo 18.
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