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Concorsi “truccati” all’Università, Procura ricorrerà contro ordinanza che non ha accolto richieste arresti

Di Redazione |

CATANIA – La Procura di Catania presenterà ricorso contro l’ordinanza del Gip che, nell’ambito dell’inchiesta “Università Bandita”, ha disposto la sospensione dell’esercizio dal pubblico ufficio per il rettore Francesco Basile, del pro rettore Giancarlo Magnano di San Lio, dell’ex rettore Giacomo Pignataro e di altre sette professori universitari. La Procura aveva chiesto per loro e per altri tre loro colleghi gli arresti domiciliari e il divieto di dimora per altri 27 docenti indagati. L’ufficio retto dal procuratore Carmelo Zuccaro sta valutando i profili penali per cui presentare ricorso e quale provvedimento cautelare chiedere al Tribunale del Riesame per alcuni degli indagati. I magistrati etnei stanno per trasmettere alle Procure competenti gli atti su presunte irregolarità emerse in altre facoltà dalle indagini della polizia di Stato.

Al centro di due anni di accertamenti della Digos della Questura di Catania 27 presunti concorsi truccati, che sono finiti nell’inchiesta “Università Bandita”. Ma un “faro” resta acceso su altre «97 procedure concorsuali sulle quali – ritiene la Procura – sussistono fondati elementi di reità circa la loro alterazione». E per fatti che non sarebbero stati commessi soltanto a Catania. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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