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Commissario senza requisiti, Portoghese: «Avrò dato fastidio a qualcuno»

Le dichiarazioni in un'intervista a La Sicilia dopo il parere negativo dell'Avvocatura della Regione

Di Francesca Aglieri Rinella |

«Se devo guardare la questione da catanese e non da commissario straordinario, ritengo che sia un attacco strumentale nei miei confronti…». Così Federico Portoghese commenta a “La Sicilia” la notizia del parere negativo da parte dell’Avvocatura della Regione sui requisiti per ricoprire il ruolo.  

Si spieghi meglio… «Vuol dire che c’è tanta differenza tra la politica della chiacchiera e quella concreta. Io non sono un politico, ma mi piace quando la politica si esprime in termini di efficienza. Io tecnicamente gestisco le due strutture (Comune e Città Metropolitana) da solo. E in questo assetto può anche darsi che a qualcuno dia fastidio…».

È preoccupato per un’eventuale revoca dell’incarico?  «È chiaro che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità perché non sono io tenuto a fare i controlli. Tu Regione Siciliana mi proponi, io ti dico chi sono e cosa ho fatto e sei tu che devi controllare i riferimenti di legge. Per il parere c’è stato un richiedente e perché non lo facevano prima? Quando mi è stata assegnata la Città Metropolitana e mi sono insediato a febbraio del 2022, i controlli sono stati fatti dall’ente locale. Io non ho visto il documento con il parere negativo, ma da quanto apprendo credo che nell’interpretazione del parere – che non è vincolante oltretutto – ci sia un errore. Perché quando si parla di autonomia dell’Università, parliamo della legge 168 del 1989 che si riferisce al modo di gestire che è diverso da quello degli enti locali. E’ lo stesso assessorato e il presidente della Regione (Nello Musumeci all’epoca, ndr) che mi conferma alla guida della Città Metropolitana e del Comune, quindi fa un doppio controllo. Ma non c’è traccia nel decreto di nomina che il parere è negativo, bisognava prenderne atto prima e verificarlo prima della nomina di febbraio 2022. Evidentemente c’è un’anomalia, considerato che io sono un dirigente e sono in quiescenza, requisito necessario per il ruolo da commissario straordinario». 

E quindi? «Bisogna dimostrare se io ero un dirigente pubblico e non un dirigente che ha lavorato su Marte, o se la Regione abbia un’interpretazione tutta propria sulla dirigenza pubblica. Non riesco a capire perché il parere lo stai chiedendo adesso…». 

E gli atti che finora ha firmato? «Sono migliaia quelli prodotti in tutti questi mesi. Io non mi fermo. In tre mesi ho sistemato la Città Metropolitana dopo 15 anni di abbandono.  Non sono stato messo a gestire il Comune per fare politica, ma solo per risolvere i problemi secondo le leggi». 

C’è poi la questione del segretario generale del Comune… Cosa è accaduto con Rossana Manno?  «Io non ho nulla contro di lei. È molto semplice. Sempre nell’ambito dei poteri attribuiti al sindaco e quindi al commissario straordinario, è sua prerogativa assestare come meglio crede l’organizzazione del Comune. E così ho deciso di cambiare figura. Non è un discorso soggettivo, è la legge». 

Sì, ma lei non è un sindaco e non è un politico… «Io ho le funzioni di sindaco e oltretutto devo fare funzionare la macchina amministrativa. Nulla di personale. I segretari generali fanno questo lavoro, sono dipendenti del ministero, non comunali. Io guardo le caratteristiche che mi vengono fornite dal ministero affinché possa gestire meglio l’ente. Questa è la prerogativa di cui parlavo prima. Il segretario generale ha la funzione di direttore generale e quindi organizzativo e gestionale. Nulla quindi contro Rossana Manno, che personalmente neanche conosco. È solo una scelta tecnica…».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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