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Comitato Festa di Sant’Agata, i saluti di Francesco Marano

Di Redazione |

Catania – Francesco Marano ha concluso il mandato come Presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata. Di seguito la sua nota di commiato.

«Con la nomina dei nuovi componenti del Comitato per la Festa di Sant’Agata, a cui va il mio più sincero augurio di buon lavoro, si è concluso il quadriennio svolto del Comitato che ho avuto l’onore di presiedere. Un periodo intenso ed entusiasmante che ha permesso di compiere dei passi avanti davvero significativi: una transizione della Festa nella modernità con importanti novità su legalità, sicurezza, ordine, assetto organizzativo e aumento del numero di manifestazioni in programma, mantenendo tutta la magnificenza della più grande Festa d’Italia e preservando la devozione e la tradizione religiosa. Era il momento giusto per accelerare un cambiamento che già era iniziato da alcuni anni, voluto con convinzione dai soci promotori, l’Arcivescovo Salvatore Gristina e l’allora Sindaco Enzo Bianco, che hanno avuto il coraggio e l’intuizione di cambiare assetto costituendo un Comitato con personalità giuridica, e condiviso assai diffusamente dalla città, a partire dal Sindaco Salvo Pogliese.

Posso dire che si è trattata di una squadra straordinaria. Ringrazio di cuore il vicepresidente Giuseppe Barletta, il segretario Carlo Zimbone, il tesoriere Roberto Giordano, Teresa Di Blasi, Filippo Donzuso, Mimmo Percolla. Non era affatto scontato che le sette persone scelte per il Comitato, con storie e professionalità diverse, avrebbero operato con questa armonia e concordia. Elementi rari nella nostra città, che auguro al nuovo Comitato di avere e che si sono rivelati la vera carta vincente per l’organizzazione di un evento così complesso.

Ci siamo “immersi” nella Festa, nelle sue dinamiche e nei rapporti tra i vari protagonisti che spesso in passato non parlavano tra loro in modo collegiale, a volte anche con aperte ostilità: le Associazioni Agatine (preziose nel tutelare la devozione a S.Agata), le Candelore (protagoniste della Festa che abbiamo valorizzato ma chiedendo il rispetto delle nuove regole) e le Associazioni di Legalità (baluardi sempre attenti contro derive ed eccessi). Oggi finalmente abbiamo istituito un Tavolo di confronto obbligatorio tra tutti. Non potendo ringraziare ogni singola persona che ci ha aiutato, ne cito solo quattro: il Comm. Maina, Presidente onorario del Comitato, vera “anima” e custode della Festa; Mons. Scionti, parroco della Cattedrale e punto di riferimento essenziale; padre Massimiliano Parisi, rettore della Badia di S.Agata e prezioso trait d’union con l’Arcidiocesi; Claudio Consoli, da noi nominato Maestro del Fercolo, che si è distinto con una conduzione delle processioni seria, efficiente, rigorosa.

I dati e i numeri di questi 4 anni di lavoro del Comitato sono davvero importanti. Gli eventi culturali inseriti nei programmi sono stati centinaia, con 32 mostre dedicate ad Agata, convegni, concerti e dibattiti. Abbiamo creato il sistema della Coppa S.Agata, grazie alla collaborazione con il Coni Catania, con ben 71 manifestazioni e discipline sportive di cui 11 paraolimpiche. Con il grande fotografo Fabrizio Villa e Alfredo Vaccalluzzo, straordinario maestro dei fuochi d’artificio ammirati anche all’estero, abbiamo creato una serata-evento nuova in occasione della Candelora d’Oro il 2 febbraio, con fuochi barocchi e videomapping dalla facciata di Palazzo dei Chiedici, allungando le giornate clou. A quella serata abbiamo anche associato la notte Bianca della Cultura e del Commercio grazie alle associazioni dei commercianti, organizzatrici anche del premio sulla miglior vetrina dedicata alla Patrona. Abbiamo realizzato e registrato il logo della Festa, base di ogni promozione turistica, e creato per la prima volta la clip ufficiale. Abbiamo introdotto l’apertura straordinaria del Sacello, un’emozione per migliaia di catanesi in un luogo magico come la “Cammaredda”.

Nei 4 anni abbiamo stilato programmi per ben 176 giorni. Per questi eventi si può stimare che la macchina organizzativa, tra devoti e turisti, abbia gestito circa 4 milioni di persone, nella massima sicurezza e con sempre maggiore ordine, grazie all’eccezionale impegno di Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, 118 e strutture mediche e volontari, con l’ottimo coordinamento della Prefettura. E con essi la Curia e tutta la struttura del Comune, con centinaia di dipendenti comunali e Vigili Urbani che ci hanno supportato con grande competenza, generosità e passione. Abbiamo aperto, per la prima volta, a sponsorizzazioni da parte di enti e privati, così da risparmiare soldi pubblici in un periodo difficile. Quest’anno, ad esempio, abbiamo raccolto ben 69 mila euro di donazioni e, pur con la decurtazione del contributo del Comune di 65mila euro e le spese aggiuntive ormai obbligatorie per la sicurezza, i risparmi sono stati di 50mila euro, realizzati anche grazie al senso di responsabilità dei collaboratori e dei fornitori che hanno mantenuto di fatto tutte le iniziative degli anni scorsi nonostante il sacrificio economico richiesto.

Abbiamo realizzato i Regolamenti della Festa, un atto fondamentale che non è mai esistito nella sua lunga storia, se si esclude il “Liber cerimoniarum”, scritto nel 1522 dal nobile catanese don Alvaro Paternò, che però riguardava soprattutto gli aspetti cerimoniali. Così sono nati sette regolamenti, tra cui quello sulle Processioni (regolando meglio percorsi, soste e modalità di partecipazione, con un’attenzione particolare alla sicurezza dopo che nel passato sono accaduti fatti anche tragici), sulle Candelore (introducendo la comunicazione preventiva dei dati dei portatori e dei percorsi alla Questura, le assicurazioni obbligatorie, le ricevute per le donazioni raccolte), sulla nomina del Maestro del Fercolo (con criteri di moralità e legalità per lui ed i suoi collaboratori). Sin dall’inizio abbiamo lavorato alla valorizzazione della Festa, e con essa di Catania, soprattutto dal punto di vista turistico, ad esempio chiedendo alle emittenti nazionali di occuparsi della Festa o con l’accordo di co-marketing con l’Aeroporto. Il futuro è senz’altro questo: sfruttare la terza Festa della Cristianità del mondo per far scoprire le bellezze della Città, a patto che tutte le realtà produttive si impegnino. E in questo settore abbiamo avviato le interlocuzioni iniziali per il riconoscimento della Festa come Bene immateriale dell’Unesco: io stesso circa due anni fa, ne ho parlato per la prima volta con l’allora Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ora è tornato allo stesso dicastero. Questo eccezionale obiettivo va senz’altro perseguito, Catania e la Festa lo meritano.

L’esperienza ed il lavoro che abbiamo svolto in questi anni sono a disposizione della città e tale impegno, in particolare sulla legalità, sull’ordine e sull’aumento degli eventi, sono convinto sarà proseguito dal nuovo Comitato, nel solco dei regolamenti e dell’equilibrio tra le varie componenti, con fermezza e capacità di ascolto. Svolgere questo compito con due amministrazioni di diverso colore politico e con risultati giudicati positivamente in modo diffuso, sono certo abbia fatto comprendere non solo la nostra correttezza ma anche che la Festa di Sant’Agata è davvero un evento che va oltre le divisioni e come tale va considerato. I Catanesi, nonostante la città abbia tanti problemi e sia spesso caotica e confusionaria, riescono ad organizzare un evento mondiale, davvero eccezionale rispetto alle difficoltà che purtroppo abbiamo. Di questo piccolo miracolo dobbiamo essere orgogliosi, ricordandoci della Festa non solo a febbraio ma tutto l’anno, con la devozione per la nostra Patrona e con l’orgoglio di come Catania si offre al mondo. Viva Sant’Agata»!COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA