Catania
Comandante Polizia Municipale su aggressione via del Rotolo: «Risponderemo con il nostro lavoro»
«Ci sentiamo come un pugile che ha preso un bel diretto in faccia e che, dopo lo stordimento iniziale, dispone la propria strategia difensiva e offensiva. Risponderemo con l’unico modo che conosciamo: con il nostro lavoro. Abbiamo ripreso a lavorare seriamente con controlli e posti di blocco nel quartiere di Picanello facendo vedere ai cittadini onesti che non sono soli».
C’è una parte della città che vi odia e una parte che invece, non vi vede, non vi percepisce e, invece, vi vorrebbe presenti.
«Da oggi (ieri ndr) i cittadini ci vedranno. Concentreremo i nostri sforzi, di volta in volta, in una determinata zona, in modo che le poche forze a disposizione non si disperdano, facendoci risultare “invisibili”. In quest’opera già iniziata oggi abbiamo avuto la vicinanza delle altre forze di polizia».
E la vicinanza di cittadini?
«Siamo stati fermati da molti abitanti di Picanello che ci hanno ringraziato, ci hanno dimostrato preoccupazione per le condizioni di salute del nostro ispettore e che sono ben lieti di collaborare con noi. Abbiamo avuto tanti attestati di stima».
Lei ha parlato di primo pugno in faccia, ma ne avete presi diversi di pugni…
«Diciamo che le modalità con le quali si è svolto l’episodio non lasciavano pensare a nulla del genere in relazione al servizio che negli ultimi tre anni viene svolto in via del Rotolo. E’ stato tanto più inaspettato – e gravissimo – perché i motivi sottesi a questo gesto erano davvero futili. In altre occasioni dove il nostro intervento era stato anche più “invasivo” l’avremmo considerato un rischio del mestiere».
Ma si può accettare come rischio del mestiere che un vigile si prenda un pugno in faccia solo per far rispettare un divieto?
«Mi spiego meglio, questo era un servizio ordinario di viabilità, di quelli che facciamo tutti i giorni senza problemi, non era un’operazione di repressione».
E l’aggressione all’operatore in via Novara?
«Stava procedendo a verbalizzazioni. In questa società di oggi c’è un imbarbarimento dei costumi, ogni volta che facciamo un verbale, come minino è un litigio e qualche volta si sfocia in atti di violenza. Nel caso di via del Rotolo non s’è proceduto ad alcun tipo di verbalizzazione si stava semplicemente presidiando una transenna, quindi il grado di pericolo dell’attività era minimo, se non nullo».
L’ispettore era da solo?
«No, era in compagnia di un operatore di polizia, altri colleghi e due volanti della Polizia che si trovavano un paio di centinai di metri più giù in via del Rotolo per occuparsi di problemi di polizia commerciale».
Per l’ispettore Licari era un servizio fisso?
«No, lui è impiegato nel settore viabilità e si tratta di turni che ruotano».
Di quante unità è composto il corpo dei Vigili urbani?
«Attualmente da 376 unità di polizia municipale, più 38 operatori di polizia stradale che non sono propriamente agenti di polizia ma hanno comunque una divisa e hanno tutte le qualifiche per svolgere attività di prevenzione e repressione del codice della strada».
E di queste 414 persone quante ce ne sono in servizio ogni giorno?
«E’ difficile questo calcolo, noi lavoriamo su 4 turni giornalieri, il turno che ha più impiego è quello della mattina, che si riduce, come unità, man mano, fino al turno di notte dove la forza è più ridotta, Varia di giorno in giorno. Poi bisogna contare, le ferie, i malati…»
Ma in media in strada quanti vigili ci sono?
«Non lo so. All’incirca saranno un centinaio di mattina, 80 nel turno di pomeriggio, 40 di sera e 20 la notte. Ma tenga presente che di questo numero fanno parte anche quelli in procura, al palazzo comunale, negli uffici…».
Quindi in strada sono pochissimi, quanti ce ne vorrebbero effettivamente?
«Ricordo che negli Anni Duemila questo corpo aveva in strada 900 persone ed era una forza congrua e sufficiente per poter garantire una visibilità in strada per ogni turno».
Quindi ce ne vorrebbero quantomeno il doppio…
«Quantomeno e anche più giovani. L’età media, adesso, è di 57 anni e 5 mesi».
Il famoso, utopistico, concorso, che fine ha fatto?
«Siamo vicini. Intanto mi auguro che venga bandito entro la fine dell’anno è un concorso per 30 agenti a tempo determinato (per 5 mesi), questo è quello che consente di fare subito la legge senza i calcoli sul turn over. Nei prossimi giorni verrà completato il calcolo degli uffici del personale sulle forzeche abbiamo a tempo indeterminato anche in base ai prossimi pensionamenti per cui immagino che entro la prossima primavera potremmo avere un banmdo anche per il concorso a tempo indeterminato che manca dal 1990».
Questa carenza di personale non si potrebbe risolvere in parte con le telecamere come accade in tutte le città d’Italia?
«Diventa difficile».
«Ma perché diventa difficile solo a Catania?
«Il lavoro che dice lei comporterebbe sbobinare ogni giorno 24 ore di immagini, perché la multa con la telecamera è consentina dal codice della strada solo per determinate sanzioni come l’ingresso nella Ztl o il passaggio con il rosso ma anche in questo caso bisogna fare tanti distinguo. Noi potremo avviare questa operazione quando riusciremo a completare e implementare la Ztl, così come si fa già a Roma, Milano, Firenze».
Ma se ci paragonassimo a città più simili? In tante città non puoi andare nella corsia degli autobus perché ti fanno la multa, non puoi superare i 60 allora perché c’è un tutor che ti “sorveglia” queste non sono cose normali?
«Sì, sono strumenti previsti, ma partiamo da una condizione, negli ultimi 20 anni, di svantaggio dal punto di vista tecnologico. L’Amministrazione è molto attenta a aquesti aspetti ma si tratta di recuperare un gap che non è facile colmare e poi non va dimenticato che il Comune è sotto piano di rientro ed è difficile poter attuare queste novità in una condizione come quella attuale delle casse comunali».
Dopo l’aggressione all’ispettore qualcuno dei suoi agenti è venuto a dirle “non voglio più stare in strada”?
«Dopo la prime reazioni di pancia, gli stessi che si erano un po’ scoraggiati mi hanno chiesto, invece, di stare sulla strada per dare il loro contributo. Oggi ho potuto contare su 50 persone che, di solito, sono impiegate in altri uffici. Ci tenevano a far vedere che ci siamo e siamo ancora in ottima forma dopo quel primo momento di smarrimento che, devo dire, è durato poco».
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