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Cimitero di Catania: l’odissea delle salme da seppellire sta per concludersi

Il furto di diversi chilometri di cavi ha ostacolato la tumulazione nelle confraternite rimaste senza luce e senza acqua

Di Redazione |

Dovrebbe finire dopodomani, sabato, l’odissea delle salme al deposito centrale del Cimitero monumentale e destinate alle sette Confraternite senza luce né acqua da almeno due settimane, quindi con l’impossibilità della tumulazione ai piani superiori, a causa del furto di diversi chilometri di cavi, perpetrato i primi di settembre. Sul viale delle sette Confraternite coinvolte – San Gaetano alla Marina, San Cristoforo alle Sciare, Santa Maria degli Ammalati, San Giovanni Battista minore I e II e San Sebastiano I e II – ci sono ancora i residui dei tombini divelti da dove sono stati tranciati e asportati i cavi. 

Il condizionale per la fine dell’incubo di diverse famiglie che vedono i loro cari ancora non sepolti è d’obbligo, perché il lavoro di ripristino dei cavi, pagato dalle stesse Confraternite (e si arriverà a una cifra di circa 280mila euro) è ancora in corso. Subito dopo si potrà recuperare le sepolture lasciate indietro. E vi terremo aggiornati sul rispetto della tempistica. Nel frattempo, sono in corso le indagini delle forze dell’ordine per risalire ai responsabili del furto avvenuto all’interno del cimitero, una zona di competenza del Comune. E che fa venire a galla l’eterno problema della mancanza di vigilanza all’interno del sito: dopo il furto le Confraternite hanno deciso di pagare di tasca loro anche la sorveglianza privata ogni pomeriggio, ma la realtà è che “dalle 19 (orario di chiusura del cimitero) questa diventa terra di nessuno –  dicono i custodi del cimitero – Le telecamere se ci sono non funzionano e qui può accadere davvero di tutto, persino concerti neomelodici dedicati e fuochi d’artificio sparati. I furti? Non si parla solo dei cavi. Nessuno lo sa, ma circa tre mesi fa sono state rubate anche 18 centraline e da allora in un intero settore manca la luce perpetua. Per non parlare dei furti di vasi di rame e qualunque suppellettile possa essere rivenduto sul mercato». Un mercato indegno, aggiungiamo.

Gli stessi custodi ci hanno assicurato come «il Consiglio comunale dovrà votare per avere anche la sorveglianza, armata, è l’unica soluzione». Andando a spulciare i punti all’ordine del giorno del consesso in effetti troviamo una «approvazione regolamento dei servizi cimiteriali e funebri di polizia mortuaria», che però non si trova tra i punti ritenuti urgenti in discussione. «A brevissimo – assicura Giuseppe Castiglione, presidente del Consiglio comunale – lo affronteremo, abbiamo già avuto una conferenza dei capigruppo con i commissari del Comune». Staremo a vedere. Nel frattempo, siamo anche stati al deposito centrale, «qui ogni giorno arrivano almeno 20 salme», ci avevano confermato i custodi, e in effetti di bare all’interno ce ne sono molte. Le celle frigorifere ci sono, sia quelle già esistenti sia le nuove, «del modello utilizzato dagli obitori in ospedale – ce le indica un addetto – ma sono già piene». E in effetti l’odore che si sente all’interno non smentisce il fatto che molte delle bare presenti siano lì da molti più giorni di quelli utili ad una pronta sepoltura. «Abbiamo tenuto qui bare anche per tre anni – è il risvolto che non conoscevamo – Famiglie che non hanno potuto, o voluto, seppellire in modo degno il proprio congiunto, finito poi nel campo comune». Mentre parliamo notiamo alcune persone in attesa delle macchine delle pompe funebri, non familiari, ma – e ce ne siamo accorti subito dopo – una sorta di “addetti” al recupero dei fiori (pagati profumatamente dagli ignari familiari, questi sì, dei defunti) e da potere riutilizzare. Un “lavoro”, a modo loro, ovviamente non controllato da nessuno.

Tornando al servizio di luce votiva, affidato alla società Catania Multiservizi insieme al verde e alla custodia (cioè apertura e chiusura del cimitero e ricevimento delle salme al deposito): le 18 centraline rubate sono un bel danno economico alla comunità, oltre che morale a famiglie che continuano a pagare la luce perpetua pur non avendola. E non verranno ripristinate tanto presto, «si tratta di un investimento importante – conferma Alessandro Corradi, neopresidente Multiservizi – che deve però essere garantito dal Comune, e ne è stato informato. Ma ad oggi le priorità per noi sono ben altre, cioè il pagamento degli stipendi e dei fornitori. Oggi (ieri, ndc) abbiamo avuto una riunione al Comune ed è stato individuato un percorso giuridico-amministrativo per garantire liquidità alla società».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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