Catania – Polo museale, campus universitario o sede delle forze dell’ordine: cosa fare del Vittorio Emanuele quando anche l’ultimo reparto ospedaliero sarà trasferito al nuovo San Marco di Librino? Il dibattito si accende tra chi sostiene l’idea di insediarvi musei (il presidente della Regione, Nello Musumeci), di farne un campus universitario (l’ex sindaco Enzo Bianco) o una sede delle forze dell’ordine (il sottosegretario Stefano Candiani).
L’ultima proposta, in ordine cronologico, è proprio quella messa sul piatto dal sottosegretario della Lega. Candiani, l’altro ieri a Catania ha partecipato al Comitato per l’ordine e la sicurezza in Prefettura. Presenti il prefetto, i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Nel corso della riunione è emersa l’esigenza di non lasciare abbandonate le aree dismesse degli ospedali Vittorio Emanuele e Santo Bambino, quest’ultimo già trasferito al San Marco. Se così fosse, sarebbero immediatamente oggetto di occupazioni abusive e di vandalismi, situazione che accrescerebbe le difficoltà nel controllare un quartiere già difficile. Da qui la proposta del sottosegretario: insediarvi le forze dell’ordine, naturalmente con il benestare di tutti i soggetti interessati, Regione e Università in primis. Una proposta di impiego, anche non esclusivo, sulla quale il governo intende promuovere a breve un tavolo con tutte le parti in causa.
La destinazione alle forze dell’ordine del Santo Bambino, in realtà, non è una novità assoluta. Qualche settimana fa, durante la conferenza stampa della rete di associazioni e singoli “D’Ove… ripensare la città”, che esponevano le loro proposte di utilizzo promiscuo degli ex ospedali, lasciandovi anche un ambulatorio sanitario, Giovanni Caruso de I Siciliani Giovani aveva accennato a voci di un’assegnazione alla guardia di finanza e ai carabinieri della struttura del Santo Bambino. Voci evidentemente non campate in aria.
Resta il fatto che le aree e gli edifici appartengono alla Regione e il presidente Musumeci più volte in questi giorni ha ribadito la sua idea sul Vittorio Emanuele: farne un polo museale e, nelle more, trasferirvi alcuni uffici regionali per evitare che resti vuoto e desolato. Ipotesi che pare non dispiacere neanche all’Università, visto che quando si parla di polo museale Musumeci accenna anche ai musei universitari. D’altronde, l’altra idea che allettava l’Ateneo, quella del campus, pare possa prendere corpo nel vicino plesso dismesso (e in parte vandalizzato) dell’ex Ferrarotto, un po’ più decentrato e meno servito dai trasporti pubblici, come la metropolitana, visto che una fermata è prevista al Vittorio.
Un plus, quello della fermata della metro, strategico per l’ex sindaco Enzo Bianco. Che insiste nel perorare l’idea del campus universitario al Vittorio Emanuele. «Un’idea – spiega Bianco – che sei anni fa mi fu proposta durante un incontro con un gruppo di studenti. Anche l’Università era d’accordo e non vedo cosa potrebbe avere oggi in contrario: l’area del Vittorio è praticamente attaccata al complesso dei Benedettini, a 400 metri c’è Villa Cerami e il polo di Giurisprudenza, poco lontano Scienze della Formazione e nell’area ci sono anche strutture che afferiscono a Medicina. Si tratta di una opportunità eccezionale sia per ridare vita a un quartiere che sarà penalizzato dal trasferimento delle strutture sanitarie sia per dare nuovo slancio alle iscrizioni all’Università». Per Bianco, oggi consigliere comunale, molti studenti «di fronte a costi elevati per la vita da fuorisede a Catania preferiscono andare in Atenei del Nord. Invece, con il campus avremmo la possibilità di offrire alloggi anche a pagamento a prezzi convenienti e potremmo attrarre studenti da altri Paesi. Per la città far rimanere e attrarre i giovani sarebbe una ricchezza. Se non bastano soldi pubblici per adeguare l’area si può pensare anche a un project financing con dei precisi paletti sui prezzi da praticare per gli alloggi a pagamento.
I costi di realizzazione si recupererebbero presto. Mi impegno, se necessario, anche come vicepresidente del Comitato delle Regioni e presidente del Consiglio nazionale Anci, a trovare finanziamenti». Resta il fatto che il presidente della Regione pare voler andare in un’altra direzione. «Con Musumeci ho un rapporto di cortesia e correttezza – dice Bianco – ma mi permetto di dire che a Catania oggi i poli museali ci sono: il Castello Ursino, Palazzo della Cultura, l’ex Convento di Santa Chiara, presto sarà pronto il Convento dei Crociferi per il quale da un lato c’è un accordo per aprire una sezione del Museo Egizio di Torino e dall’altro uno straordinario progetto di Museo della Città; il secondo piano di palazzo Gravina Cruyllas ospiterà un museo multimediale su Bellini. La Regione ha già altri luoghi museali, spesso sono chiusi per mancanza di personale. E ha anche spazi da destinare a museo come l’ex Manifattura Tabacchi. E persino l’autorimessa R1 dell’Amt offrirebbe spazi che potrebbero essere adibiti a polo museale, con tanto di parcheggio, navetta e bike sharing. Io credo che l’idea di un campus universitario nell’area del Vittorio resti vincente». Musei, sicurezza, campus. L’importante è prendere una decisione. Senza scordarsi del quartiere.