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Catania, Tari più “salata” del 14%: sindaco Pogliese spiega il perchè

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Sindaco Pogliese, cominciamo con la Tari. La Giunta ha previsto l’aumento della tassa rifiuti del 14%. Una percentuale enorme per chi già paga una tassa pesantissima. Non era possibile pensare diversamente?

«No, purtroppo – esordisce il primo cittadino -. Siamo stati costretti a fare questo aumento Primo perché la legge ci impone che il costo del servizio deve essere interamente a carico dei cittadini. Secondo perché ci siamo accorti che la gara, bandita nel 2018 prima delle elezioni, quando non eravamo ancora noi in Comune, era stata aggiudicata per 50 milioni, ma poi il costo reale del servizio è stato di 54, 4 milioni in più che sono stati coperti con un debito fuori bilancio. C’erano, quindi, delle incongruenze rispetto ai costi effettivi».

Ma il 14% di aumento equivale a molto più di 4 milioni…

«E infatti ci sono altre “voci” da inserire. Nel bilancio il costo della discarica era indicato in 10 milioni e invece è costato 18. E poi c’è un’altra novità. Il 31 gennaio scade la concessione con la discarica e i proprietari hanno preannunciato che lo sconto del 15% fin qui applicato a Catania non sarà più mantenuto. Alla fine delle trattative abbiamo concordato un aumento di 1,8 milioni. Quindi 4 milioni di raccolta, 8 di discarica più 1,8 milioni equivalgono a un aumento di quasi 14 milioni. Purtroppo questo è il costo che dobbiamo prevedere nella tariffa».

La città è in ginocchio. Ci sono sacche di povertà e il dissesto ha aggravato la situazione. Questa nuova “botta” non ci voleva proprio…

«Lo so bene ed è per questo che ho dato mandato al vicesindaco e assessore di istituire una task force di una ventina di dipendenti comunali per attuare una seria e rigorosa politica di contrasto dell’evasione. Al nostro insediamento ci siamo trovati davanti una situazione disastrosa: archivi non aggiornati, nessun riscontro con le banche dati. Dai primi riscontri effettuati da Bonaccorsi risultano dati imbarazzanti sulle azioni negli ultimi 5 anni sulla capacità di riscossione. Ora l’imponente attività di controllo verterà sull’incrocio dei nostri dati con quelli degli albi professionali, col catasto elettrico, con la camera di commercio e con quelli delle Partecipate, Asec trade e Sidra e col settore del commercio».

Vi siete dati un tempo per ottenere i primi risultati dalla lotta all’evasione e ridurre la pressione sui cittadini che già pagano una Tari “salata”?

«Due anni al massimo, ma speriamo di farlo anche prima perché vogliamo ridurre la Tari che ha raggiunto livelli assolutamente imbarazzanti. Intendiamo aumentare la platea dei pagatori, scovando gli evasori totali, coloro che a noi non risultano. Insomma i furbi saranno individuati».

Per la Tari nella bolletta elettrica com’è finita?

«Stiamo attendendo il provvedimento governativo. C’è ancora qualche problema con i Cinquestelle, ma anche i sindaci pentastellati Appendino e Raggi sono d’accordo…Vedremo».

Una delle voci per ridurre la tassa è anche la differenziata. Più aumenta la percentuale meno rifiuti andranno in discarica. Ma avete prorogato il vecchio appalto- ponte e per la gara settennale pare ci siano problemi a bandirla perché siete in dissesto. Come stanno le cose?

«Stiamo agendo su due fronti. ll primo è quello di verificare se realmente il dissesto ci impedisce di bandire la gara se non prima prepariamo il Bilancio riequilibrato. Il secondo punto verte sulla richiesta di vigilanza assoluta e attiva dell’Anac, per controllare qualsiasi voce inserita nel bando di gara. Abbiamo necessità di fare la gara per incrementare la differenziata che potrebbe permetterci di ridurre il costo della discarica».

Il dissesto porta come eredità anche l’aumento della tassa di soggiorno, della Tosap e delle pubbliche affissioni…

«Per gli ultimi due tributi le cifre sono molto basse. Quanto alla modifica del regolamento della tassa di soggiorno, questa si è resa necessaria per adeguare il regolamento al d.l. 50/17 che consente l’applicazione della tassa anche per le locazioni brevi (oltre 700 strutture) rispetto alle 400 censite tra alberghi, b&b, affittacamere ..Con la dichiarazione di dissesto scatta obbligo di adeguare le tariffe al massimo con l’applicazione del principio della gradualità secondo la classificazione delle strutture. Gli aumenti sono nell’ordine dei 50 centesimi al giorno. La principale modifica, dunque, consiste nel far pagare gli appartamenti ad uso turistico (locazioni brevi). Anche in questo settore per ridurre l’evasione abbiamo previsto un accordo con Airbnb che consentirà l’incasso della tassa direttamente in fase di prenotazione».

Sindaco, i cittadini dal dissesto devono attendersi altri aumenti?

«Assolutamente no. Stiamo applicando solo quello che la legge ci impone per i Comuni falliti».

Settore Partecipate: avvierete realmente l’accorpamento di Sostare con Amt e di Sidra con Asec?

«Porteremo avanti l’atto di indirizzo approvato, ma con i tempi necessari. Servirà un altro anno e mezzo, ma sarà il Consiglio infine ad esprimersi. Vogliamo agire per razionalizzare e determinare economia di scala senza fare alcuna “macelleria sociale”».

Qualche giorno fa la Corte dei conti ha reso note le motivazioni del dissesto. Lei che idea si è fatta C’è stato accanimento su Catania?

«La sentenza è stata molto esplicativa e chiara. Raffigura quello che è accaduto in passato e l’impossibilità per la città di ottenere un’altra opportunità. Credo che le responsabilità politiche siano assolutamente evidenti».

A proposito che ne pensa della polemica tra l’ex assessore Giuseppe Girlando e l’ex sindaco Bianco?

«Sinceramente sono rimasto basito nel leggere la nota e poi, il giorno dopo, la smentita dell’ex assessore nei confronti del suo ex sindaco. Ritengo che attribuire frasi virgolettate a un professionista, senza averle concordate, sia un fatto di inaudita gravità…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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