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Catania, sindaco Pogliese chiederà a Salvini un sostegno per non fallire

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Il documento, preparato, su precise direttive del vicesindaco e assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, mira a ottenere dal governo una apertura di credito che possa consentire all’ente di ottenere la liquidità necessaria per rispettare gli impegni e pagare i servizi. Insomma, secondo i tecnici finanziari, alla luce della delibera della Corte dei conti che considera Catania ente strutturalmente deficitario (spende più di quanto incassa) soltanto un contributo finanziario può riequilibrare le sorti di un ente che da anni danza sempre in bilico sul baratro.

Ovviamente sulla consistenza di questo eventuale contributo nessuno intende sbilanciarsi Inoltre sarà la politica, nelle prossime settimane, ad occuparsi del problema che è considerato il primo step fondamentale di un lungo iter di risanamento.

Per certi versi sembra di rivivere il periodo in cui l’ex sindaco Stancanelli, nel 2008, si ritrovò a dover far fronte all’enorme mole di debiti accumulata e sfociata con forza subito dopo le dimissioni dell’ex sindaco Scapagnini. Allora Stancanelli ebbe dal governo un contributo di 140 milioni e riuscì a malapena ad abbattere il debito che da un miliardo si assestò, alla fine del mandato, a circa 830 milioni.

Oggi però il debito accumulato sfiora il miliardo 560 milioni, mutui e interessi compresi, e davanti a una così enorme mole di debiti solo un contributo consistente può salvare la città.

Intanto negli uffici dell’assessorato al Bilancio si sta studiando il percorso più idoneo per invertire il trend negativo della riscossione. L’intento è quello di aggredire e ridurre il più possibile innanzitutto l’evasione della Tari, che negli ultimi anni ha raggiunto il livello record del 50%. In una recente intervista l’assessore Bonaccorsi ha spiegato che dai dati del 2017 la Tari è stata pagata da un cittadino su due, con una mancata riscossione che è pari a 40 milioni annui. A questo punto l’obiettivo è ridurre il più possibile il trend negativo e allo stesso tempo ridurre anche l’evasione della Imu seconda casa, pagata dall’80% degli aventi diritto.

Intanto in questo processo lento di rigenerazione si inseriscono anche le società Partecipate. A giorni dovrebbero tenersi le assemblee dei soci di Amt e Multiservizi, i cui presidenti uscenti, Puccio La Rosa e Giovanni Giacalone non hanno più possibilità di essere riconfermati.

Sulle Partecipate e sui loro bilanci che sono sempre rimasti “tabù” e sul nodo delle cooperative sociali da mesi senza stipendio, i sindacati nell’ultimo incontro col sindaco hanno insistito sulla necessità di aprire un tavolo tecnico permanente per fissare le priorità. mentre il sindaco Pogliese, dal canto suo, ha sempre insistito sulla necessità urgente che anche la città faccia la sua parte. Se si vuole salvare la città ognuno deve fare la propria parte, compresi i cittadini che non pagano le tasse.

Un capitolo a parte invece riguarda il ricorso avverso le due delibere della Corte dei conti. Su questo fronte il prof. Agatino Cariola ha cominciato a stilare il complicato dossier per cercare di confutare le disposizioni dei giudici contabili.

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