CATANIA – Il Lungomare Liberato non andrà in soffitta. Tornerà, con opportuni correttivi e con l’ambizione di fare meglio di prima. E c’è anche una data, ancora «ipotetica» sulla carta, ma quasi certa nella sostanza: domenica 5 agosto. L’amministrazione Pogliese non ha abbandonato l’iniziativa nata dalla proposta di un gruppo di cittadini e associazioni e avviata dalla precedente amministrazione. Anzi, rilancia puntando a un Lungomare Liberato 2.0. «Vogliamo rimodulare l’evento venendo incontro anche alle esigenze dei residenti e dei commercianti – dicono dallo staff del sindaco -. Come si sono avviati tavoli di confronto per la zona industriale di Catania e il centro storico, si farà lo stesso per il lungomare. Dialogo, confronto e rispetto».
Parole d’ordine, dunque: ampliare e coinvolgere. «Domani mattina è prevista una riunione operativa» con i tecnici comunali dell’Ufficio traffico urbano, della Polizia municipale, della Cultura, insieme con l’assessore ad Attività e beni culturali, Barbara Mirabella e l’assessore allo Sport, Sergio Parisi. «Faremo un gioco di squadra per salvare tutto il meglio di questa esperienza e aprire anche ad altre associazioni che si propongono – spiega l’assessore alle Attività Produttive, Ludovico Balsamo che tiene in mano le redini di questo nuovo LL 2.0 -. Se partiremo domenica 5 agosto, chiuderemo al traffico dalle 18 in poi».
«Stiamo provando, in maniera condivisa, a mettere insieme delle idee che possano rinnovare la proposta del Lungomare Liberato per renderla sempre più appetibile – aggiunge l’assessore Mirabella -. Ci stiamo mettendo al lavoro per una programmazione di lungo periodo, che guardi già all’autunno».
Tanto che già lo scorso 9 luglio gli assessori e il sindaco Pogliese hanno organizzato un incontro con il gruppo civico di “Lungomare Liberato” e altri operatori, una delegazione di commercianti del lungomare e delle loro associazioni di categoria.
Il gruppo civico “Lungomare Liberato” è andato con una serie di proposte subito condivise sulla pagina Facebook: dal limitare il più possibile i mezzi motorizzati all’inserire una segnaletica di area pedonale affiancata dal limite di 10 Km/h per i mezzi autorizzati; metro aperta la domenica e istituzione di navette elettriche Centro-Stazione Centrale-Lungomare Liberato e Parcheggio Sanzio-Via del Rotolo, anche per cercare di tenere a bada il traffico sulla via Messina e dintorni che fa saltare i nervi a tanti residenti. In ogni caso, «garantire almeno 20 ore al mese di Lungomare Liberato, meglio se tutte le domeniche da aprile a ottobre, per creare stabilità all’evento ed una migliore e sicura organizzazione da parte di associazioni e cittadini».
E ancora, il suggerimento di possibili orari, estivi (18-23 da metà giugno a metà settembre), primaverili-autunnali (10-21) e invernali (10-18, con edizione speciale a Carnevale , il 3 marzo 2019). E poi, in linea con la richiesta di più attività, la proposta di «animare il lungomare con mostre, mercatini, flash mob, balli, promozione della mobilità sostenibile, educazione al rispetto dell’ambiente, attività sportive, musica», ed anche di «coinvolgere associazioni cittadine e locali offrendo anche eventuale spazio aggiuntivo di suolo pubblico durante l’evento; inserire una o più postazioni di noleggio bici ma anche risciò, pattini, piccoli mezzi elettrici, in più punti; una postazione di riparazione bici a prezzi popolari e, in ogni caso, installare delle rastrelliere permanenti di fronte i locali del lungomare». E infine, «creare una sezione sul sito del Comune di Catania con il calendario delle varie edizioni e le modalità di partecipazione da parte dei cittadini ed associazioni».
Punti di incontro e punti di distanza con i commercianti. Si dovrà trovare la quadra. «Ribadiamo da sempre di non essere contrari al Lungomare liberato, ma vogliamo che sia strutturato bene, che i vigili sappiano cosa fare, che ci sia una migliore organizzazione – dice Marcella Di Francesco, che cura le relazioni pubbliche della Tavernetta -. Non è certo possibile chiuderlo tutte le domeniche come proposto dal Comitato Lungomare Liberato, perché non abbiamo le infrastrutture e le strade adatte per poterlo fare, anche perché le zone limitrofe vanno in tilt e i residenti dell’area sono esasperati. La chiusura una volta al mese ci vede favorevoli, purché ci siano delle attrazioni sulle quali siamo anche disponibili a contribuire. In estate, però, ha senso chiudere dalle 19 alle 2 di notte, non prima, magari organizzando concerti e spettacoli. Bisogna però anche che il Comune metta in sicurezza alcune cose, per esempio le ringhiere arrugginite».
«Apprezziamo l’apertura della nuova amministrazione che ci ha convocati tutti insieme – dice Anna Urzì, titolare del bar Ernesto -. Tra i commercianti c’è unità di intenti e già lunedì (oggi, ndr) faremo un documento scritto con le nostre proposte. Piccoli correttivi sui parcheggi, soluzioni per la viabilità, la necessità di indicare con evidenza i punti di accesso da altre strade. Non siamo contrari all’iniziativa, ma servono dei correttivi affinché abbia sempre successo e non capitino giornate in cui anziché “liberato” il lungomare resti “desolato”, come quando si è chiuso al traffico alle 10 del mattino ad agosto, o è stato fatto in contemporanea con lo Street Food Fest in via Etnea».
Anche Renato Basile, presidente del museo Re.ba di San Berillo che ha adottato il Monumenti ai Caduti, ha già avuto approcci con l’amministrazione. «Ci ha sorpreso positivamente la richiesta di lavorare in sinergia e fare proposte per animare il Lungomare. Devo dire, in effetti, che da quando siamo arrivati, a maggio 2017, questo Lungomare Liberato era un po’ povero di attività. Svuotato. Credo invece che funzioni se ci sono delle iniziative, libri, mercatini, concerti, spettacoli. Quello che serve per migliorare è creare una “squadra” tra noi, gli esercenti e il Comune e sinora questo è mancato. E invece permetterebbe di fare delle cose più in grande, portare ospiti di una certa rilevanza, proporre concerti o spettacoli teatrali».
«Inutile dire che i commercianti hanno tratto benefici dal Lungomare liberato. La loro contrarietà iniziale e gli scontri che ci sono stati con alcuni di loro era anche giustificata dalla paura di perdere clientela, ma non mi pare che questo sia accaduto – afferma Viola Sorbello, presidente di Legambiente Catania, assolutamente “gasata” dai maggiori controlli ai varchi della Ztl in centro storico -. Però, quando con Mirko Viola, Alessio Marchetti, Attilio Pavone e Danilo Pulvirenti proponemmo il Lungomare Liberato, l’idea di fondo non era chiudere una tantum la circolazione e basta. Era fare assaporare ai catanesi la possibilità di vivere spazi urbani in modo diverso, di farli mettere sulle biciclette o farli andare a passeggiare. Questo obiettivo mi pare sia stato raggiunto. Adesso si dovrebbe concepire il lungomare come un’isola ambientale, una “zona 30” non preclusa al passaggio della auto ma con una concezione urbanistica moderna, che permetterebbe di farne un fiore all’occhiello di Catania. Mi auguro che la nuova amministrazione, anche se vorrà mantenere la chiusura una volta tanto, con la consulenza del professore La Greca trovi soluzioni strutturali per far vivere ai cittadini il lungomare e anche altre zone della città secondo i criteri di una mobilità davvero sostenibile». Una visione che sembra può in parte coincidere con i suggerimenti presentati dal gruppo Lungomare Liberato all’amministrazione per una mobilità ciclistica diffusa in tutta la città, rammentando che il LL è stato «ideato e realizzato per promuovere la mobilità sostenibile con lo scopo di rendere Catania meno trafficata e più vivibile, sensibilizzando ed aiutando i cittadini a muoversi con mezzi alternativi all’automobile». Insomma, un pezzo di un progetto più ampio.