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Catania, Ministro del Lavoro Poletti : «530 mln di euro per decontribuzione assunzioni dei giovani al Sud»

Di Carmela Marino |

Catania – Due appuntamenti per la giornata catanese del ministero del Lavoro Giuliano Poletti, anche lui impegnato come gli altri rappresentanti del governo, nel tour pre-referendum. Stamattina è intervenuto ad un incontro organizzato nel Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, dove, fuori dall’istituto, è stato contestato per gli accordi del Miur sull’alternanza scuola-lavoro. 

«Ci sono molti giovani che si muovono perché scelgono di farlo, vogliono vivere una esperienza internazionale e questo è positivo. Ma per altri questa scelta è figlia di un contesto per il quale non possono fare altrimenti: ecco perché bisogna fare in modo che si producano piùopportunità per questi giovani. Credo così che sia assolutamente sbagliata questa protesta, che l’alternanza scuola/lavoro – che non è un anno, ma sono gli ultimi tre anni della secondaria superiore, sia la possibilità di costruire delle conoscenze e di fare esperienze».  «E’ uno strumento importante – ha aggiunto – perché i giovani conoscono se stessi e migliorano quel tipo di competenze che non ti vengono insegnate dentro il curriculum. A scuola non ti insegnano le relazioni, né a risolvere un problema. È uno strumento che cambia la relazione tra il sistema formativo e l’impresa è aiuta a fare passare l’idea che si impara studiando e che si impara facendo». 

Nel pomeriggio si è spostato nella sede di un’azienda dolciaria di Belpasso. «Sulla decontribuzione per le assunzioni dei giovani al Sud abbiamo impegnato 530 milioni di euro. Il costo medio per ogni operazione è di circa 5 mila euro ciascuno. Fare il calcolo è molto semplice per vedere quanti potenziali posti di lavoro si creano». «L’Ue ha rifinanziato “Garanzia giovani” – ha aggiunto Poletti – e adesso dobbiamo sapere con quanti soldi e quanto spetta all’Italia”.

«Noi abbiamo sempre combattuto l’austerity chiedendo politiche espansive per la crescita – ha aggiunto il ministro – e finalmente l’Europa approva un documento in cui se ne parla. Noi siamo convinti di fare il bene dell’Europa prima che dell’Italia: il tema della crescita è un problema di tutta l’Europa».

Sul referendum ha poi affermato: «Se vince il no quel che succede non credo lo sappia nessuno. Quello che accadrà sarà una grande incertezza per stabilire cosa fare. L’incertezza è un veleno per l’economia. L’Italia ha già accumulato tanti ritardi che credo non si possa permettere un ritardo ulteriore. Per questo credo che sia un bene che vinca il sì». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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