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Catania, lite tra condòmini per un flessibile si chiude dopo 8 gradi di giudizio

Di Vittorio Romano |

CATANIA – Un flessibile che perdeva acqua e che sarebbe dovuto essere sostituito per evitare che nell’appartamento di sotto si allargasse a macchia d’olio l’umidità su soffitto e pareti, è costato al proprietario di casa non 6 euro – tanto il suo valore – ma ben 6.000 euro. E questo a causa di 8 giudizi civili innanzi al Tribunale di Catania cui s’è dovuto ricorrere viste le incomprensibili resistenze di questi a risolvere il problema bonariamente.

I fatti si sono verificati in un condominio abitato, udite udite, da ex appartenenti alle forze dell’ordine. Il proprietario dell’immobile dell’ultimo piano ha contrapposto un netto rifiuto al condomino del piano sottostante, il quale lamentava delle perdite d’acqua nella sua casa che si erano presto trasformate in grosse macchie di umidità e di muffa tali da rendere invivibile l’appartamento e costringerlo a rivolgersi al legale per tutelare i propri diritti nei confronti di un ex collega di lavoro.

Dunque con l’assistenza di un avvocato il danneggiato si rivolge al Tribunale per chiedere l’esecuzione delle riparazioni, vincendo ovviamente la causa: il giudice ordina di provvedere alle riparazioni e condanna il condomino litigioso al pagamento sia delle spese legali sia delle spese di consulenza tecnica. Tutto finito? Nient’affatto. Perché il condannato rifiuta di eseguire i lavori, costringendo l’avvocato a richiedere l’esecuzione forzata con l’intervento dell’ufficiale giudiziario, con ulteriori costi di consulente tecnico, di esecuzione e di procedimento esecutivo sempre a carico dello stesso proprietario dell’appartamento. Il quale, non pagando le spese liquidate dal giudice, subisce un giudizio esecutivo con pignoramento della pensione e ulteriori costi e spese legali a suo carico.

Ma non è ancora finita. Poiché il danneggiante si rifiuta di pagare le spese di esecuzione forzata, lo stesso subisce prima una procedura di decreto ingiuntivo con ulteriori spese legali liquidate dal giudice, e successivamente un altro pignoramento presso terzi con ulteriore pignoramento della pensione e conseguente condanna alle spese legali.

Ma l’immobile sottostante ha subito dei danni, quindi si inizia un altro giudizio di accertamento tecnico preventivo per quantificarli, con ulteriori spese legali e spese di consulenza tecnica e, successivamente, un giudizio civile per ottenere la condanna al pagamento di tali danni, con altre spese legali e oneri a carico del proprietario dell’ultimo piano, che, non pagando, subisce l’ennesima procedura esecutiva con ulteriori spese legali a suo carico.

Una valanga di giudizi civili per un semplice flessibile, valanga che la Terza sezione civile del Tribunale dovrebbe aver finalmente fermato con l’emanazione dell’ultima sentenza. Ma questa storia non pensiamo finirà qua. Ci saranno quasi certamente degli strascichi penali, perché la coppia di condomini dell’ultimo piano ha pensato bene di malmenare sia i coniugi del piano di sotto, sia il loro avvocato. E attualmente per tali fatti pende uno specifico giudizio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA