Catania – Dalla truffa dello specchietto rotto a quella del cane “finto arrotato” (con richiesta di denaro per procedere all’acquisto di farmaci), fino a quella della fiancata danneggiata a causa di un presunto tamponamento.
I truffatori di casa nostra non conoscono “confini” e la dimostrazione di ciò arriva dalla brutta esperienza vissuta da Francesco (nome di fantasia), pediatra catanese, che martedì sera si è ritrovato a fronteggiare un energumeno con moglie e figlioletto al seguito: «Ero in fila al Tondo Gioeni, con la “Yaris” di mia figlia, quando ho sentito un lieve tonfo provenire dalla parte di destra del mezzo. Si procedeva a passo d’uomo e a quel punto il conducente di una fiammante “Mini Cooper” blu mi ha affiancato e con accento romanesco mi ha detto: “Non vedi che mi hai tamponato? Accosta”…».
«Vedendo che era in compagnia di una donna e di un bimbo di 4-5 anni – prosegue – non ho avuto esitazioni. E mi sono fermato. Ho notato, in effetti, che nella mia auto c’era una “strisciata” del colore del mezzo della presunta vittima, ma il dubbio che si trattava di una truffa mi è sorto quando l’uomo mi ha fatto vedere il danno che avrei provocato: una notevole ammaccatura al paraurti. Gli ho detto che era impossibile che io avessi determinato quel danno ed è stato a quel punto che l’uomo, il quale suppongo avesse “colorato” la mia auto con una sorta di tampone, è diventato aggressivo. Sono certo che se non avessi avuto il fisico da ex pallanotista quale sono, mi avrebbe colpito». «Alla fine, all’ennesimo insulto – conclude – ho deciso di chiamare i carabinieri. Lui mi ha sputato ed è fuggito a fari spenti. Sporgerò denuncia e mi auguro che lo rintraccino».