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LA CITTÀ E IL MARE

Catania, la Scogliera d’Armisi “contesa”: due progetti per un mega porto turistico

La vuole l’Autorità portuale di Sistema del mare di Sicilia orientale per farci una nuova banchina per yacht e barche a vela, ma c'è già un progetto privato che risale al 2003 e che attende risposta

Di Luisa Santangelo |

Tutti vogliono la scogliera d’Armisi, sotto la stazione centrale. La vuole l’Autorità portuale di Sistema del mare di Sicilia orientale per farci una nuova banchina per yacht e barche a vela. La vuole una società privata, la Tood’s srl, per realizzarci un porto turistico da quasi 300mila metri quadrati, con 1.288 posti barca.

Così, spunta fuori dai cassetti un progetto di 21 anni fa e dal costo complessivo di 130 milioni di euro, reso noto ieri. Quando una lettera di diffida e messa in mora, indirizzata al sindaco Enrico Trantino, all’assessorato ai Lavori pubblici e alla presidenza del Consiglio comunale, ha costretto gli uffici, anche su richiesta della Conferenza dei capigruppo, a cercare il progetto del porto privato, con annesso parco commerciale e albergo da 170 camere, da costruirsi accanto al Molo di Levante.

Alle origini

Per risalire alle origini della storia bisogna tornare al 2003. Alla fine di marzo la Vittoria srl, poi inglobata da Tood’s, presenta alla Capitaneria di Porto di Catania l’istanza per la concessione di demaniale, per 99 anni, dell’area di Punta d’Armisi. Si tratta di 299.500 metri quadri: 280mila di specchio acqueo, 6.500 di suolo demaniale, e i restanti 13mila sulla mantellata della diga foranea del porto.L’idea è chiara: fare un porto turistico tutto nuovo, con tutti i comfort per i diportisti in arrivo all’ombra dell’Etna. Tre anni dopo, a maggio 2006, si apre la Conferenza dei servizi affinché le istituzioni valutino il progetto e chi ha interessi sulla stessa area intervenga. A opporsi sono i gestori del lido Scogliera d’Armisi, titolari della concessione per l’omonimo stabilimento balneare, preoccupati per il rischio di dovere chiudere i battenti.

Gli incontri si susseguono. A perorare la causa del nuovo porto turistico ci sono, per conto di Tood’s, anche Domenico Toscano e l’ingegnere Paolo Di Loreto, in qualità di progettista. Le istituzioni, salvo qualche osservazione, non hanno nulla da ridire. L’ingegnere Salvatore Fiore, direttore generale della Ferrovia Circumetnea, sottolinea che prima o poi i binari andranno interrati. La Soprintendenza ai beni culturali chiede chiarimenti a proposito degli alberi che saranno messi a dimora. Dopo qualche mese, ai privati viene chiesto di presentare il progetto definitivo.

Il 2006 passa così e, senza sostanziali colpi di scena né accelerate, passano in silenzio anche gli anni fino al 2010. Quando, nel corso di una ulteriore Conferenza dei servizi, emerge che il porto turistico di Tood’s è “difforme” rispetto al Piano regolatore generale del Comune e al Piano regolatore portuale. Bisogna, perciò, seguire una procedura diversa per ottenere il via libera, bisogna fare un “accordo di programma”.La Regione Siciliana, nel frattempo, dà parere favorevole di compatibilità ambientale dell’opera. Lo firma l’allora responsabile del servizio, Natale Zuccarello, che chiede ai privati il rispetto di alcune prescrizioni. Tra cui: “L’area dedicata a solarium dovrà essere realizzata – si legge – secondo le tipologie costruttive dei lidi balneari stagionali caratteristici del litorale roccioso catanese”.

Qualcosa s’inceppa

Siamo al punto in cui la procedura s’inceppa: la Soprintendenza annulla il proprio parere favorevole, Tood’s fa ricorso al Tar e vince. Ma la procedura non riparte. Per anni. Nel 2019 Paolo Toscano, presidente del Cda dell’impresa, riprende in mano la situazione. A 13 anni di distanza da quando il progetto preliminare era finito sul primo tavolo istituzionale.

Nel 2022, la società bussa di nuovo alla porta del Comune: trasmette il progetto definitivo, i render, un quadro economico da 130 milioni di euro complessivi e chiede che venga approvato il progetto definitivo. C’è però un errore nella procedura e se ne accorge il responsabile del procedimento, Mario Monica. La ditta deve rimandare i documenti, lo fa, ma non succede più nulla. Il rup Monica, intanto, va in pensione.

Il progetto gemello

La storia sarebbe già abbastanza ingarbugliata così. Senza metterci in mezzo un progetto gemello spuntato nel 2024 e firmato dall’Autorità portuale. Il presidente Francesco Di Sarcina si presenta in Consiglio comunale per raccontare l’idea del nuovo molo destinato alle imbarcazioni da diporto, da fare sotto alla scogliera d’Armisi. L’idea di base è uguale a quella dei privati, solo che l’Autorità portuale è un ente pubblico. Ma Tood’s ha un progetto che aspetta solo la decisione di altre istituzioni. Che non hanno deciso. Da cui la diffida e la minaccia: «in caso di ulteriori comportamenti omissivi», si rivolgeranno alla magistratura ordinaria e a quella contabile, «onde valutare il comportamento della pubblica amministrazione coinvolta». Cioè il municipio. La partita è riaperta.

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