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Catania, la moglie di un vigile del fuoco: «I nostri uomini lavorano con rigore»

Di Redazione |

CATANIA – Catania vive ancora il lutto per la tragica morte di due vigili del fuoco e un anziano nell’esplosione di martedì scorso in via Garibaldi in pieno centro storico, la città attende i funerali delle vittime morte mentre facevano il loro lavoro (i vigili del fuoco erano stati chiamati per una fuga di gas) ma è anche vero che sin da subito si sono fatte le ipotesi più disparate sulle cause e la dinamica dell’esplosione che ha ucciso i vigili Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico oltre al pensionato Giuseppe Longo. E sebbene prenda sempre più corpo l’ipotesi che sia stato quest’ultimo a provocare l’esplosione per portare a termine quello che sembra un progetto di suicidio, si rincorrono ancora le voci che vigili del fuoco esperti abbiano potuto agire con leggerezza usando strumenti non adeguati che avrebbero causato lo scoppio. Si è parlato di un flex, di una motosega, di una mototroncatrice e di attrezzi che possano aver acceso la scintilla fatale. Ma appare davvero improbabile che operatori esperti si approccino a una fuga di gas in maniera così sprovveduta. Eppure in molti sono ancora convinti che sia andata così, come testimonia anche la lettera aperta scritta dalla moglie di un caposquadra dei vigili del fuoco che pubblichiamo qui di seguito:


Sono la moglie di un capo squadra dei vigili del fuoco di Catania e con questa lettera aperta volevo comunicare ai miei concittadini, che si sono sempre contraddistinti per una particolare affezione nei confronti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, quanto fa male a noi mogli, madri o sorelle sentirsi dire da qualsiasi sconosciuto che i vigili coinvolti nella terribile tragedia, hanno agito con superficialità o avventatezza, usando attrezzature improprie e inadeguate allo scopo.

Al di là del fatto che la magistratura appurerà la verità e ne rispetteremo la sentenza, io volevo farvi notare come le pesanti accuse e i severi giudizi che vengono lanciati con estrema disinvoltura e leggerezza da chicchessia, ci colpiscono nel profondo, toccando le corde più delicate del nostro animo.

Noi sappiamo con quanto puntiglio, rigore , intransigenza e professionalità vengono preparati i nostri uomini, già dal loro ingresso nel Corpo dei vigili del fuoco. Per non parlare poi dell’esperienza che maturano giorno per giorno, coordinati dai loro superiori, in mille interventi, molti dei quali insidiosi e altamente pericolosi.

Non ci si scarica la coscienza dando la colpa di una strage ai professionisti che quel giorno, sul finire del turno, sono andati incontro alla loro sorte per colpa di un destino beffardo.

Se solo voi sapeste i resoconti degli interventi quotidiani dei nostri uomini, come, accarezzano delicatamente il rischio e con estremo coraggio e lealtà alla divisa che portano, affrontano imprese sempre nuove e pericolosissime.

Quanti di voi, miei cari concittadini, avete digitato il vecchio 115 per richiedere il loro aiuto e ve li siete visti arrivare a sirene spiegate, in pochi minuti, pronti ad aiutarvi.

Quanti pericoli vi hanno evitato, quante vite sono state salvate…Potrei scrivere molto altro, ma non serve.

Vorrei solo esprimere il mio profondo cordoglio alle famiglie che hanno perso i loro cari e incoraggiare quelle che ancora combattono per riavere i loro uomini accanto.

Scusate il mio sfogo, ma ricordatevi che eroi non si nasce, ma si diventa!

Agata Vinciguerra    

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