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Catania, la città celebra l'898esimo anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata

«I catanesi sono custodi del corpo della patrona come autentica vocazione di cristiani»

17 Agosto 2024, 09:46

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«Sant’Agata insegnaci a pregare Dio come hai fatto tu». È questo il leitmotiv che la Chiesa di Catania ha scelto per celebrare l’898esimo anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata a Catania da Costantinopoli, nel 1126, dopo essere state trafugate dal generale bizantino Giorgio Maniace.  

Il cristiano non va in vacanza, come diceva Don Giovanni Bosco, e il catanese in particolare in questo periodo dell’anno testimonia l’amore alla concittadina, che l’ha liberata più volte da terremoti, dalla lava, dalla peste della guerra. Il miracoloso ritorno delle reliquie si deve ai soldati Goselmo e Gilberto, due soldati, che hanno avuto la forza per riportare a Catania le reliquie agatine.

Questa festa di mezz’estate è anche ricordata come quella del “Patrocinio”, unificata a quella della traslazione. Il patrocinio di Sant’Agata veniva celebrato una volta la seconda domenica di luglio con l’esposizione del braccio di Sant’Agata.

«I catanesi - ricorda sempre Mons. Giovanni Lanzafame, figura importante nella storicità della festa - non portano in processione una statua, ma un reliquiario con il corpo di Sant’Agata». Quest’anno, poi, le celebrazioni di agatine di agosto si vivono parallelamente alla preparazione al Giubileo del 2025, che si aprirà nella notte di Natale a Roma, coinvolgendo tutti a una riflessione sulla speranza alla quale la Chiesa catanese si prepara con la preghiera.

«Sono quasi 900 anni che la nostra chiesa - ha detto padre Barbaro Scionti, parroco della cattedrale di Catania - custodisce le reliquie della nostra amatissima patrona. I catanesi sono custodi del corpo di Sant’Agata come autentica vocazione di cristiani. Questa occasione ci fa guardare al Giubileo 2025 e al 900esimo anniversario della traslazione delle reliquie agatine del 2026, due appuntamenti unici, rispettivamente come occasione di natura universale la prima e come esperienza incontro con un segno della misericordia del Signore la custodia del corpo di Sant’Agata».