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Catania, in corso Italia boom di furti in auto col jammer

Di Vittorio Romano |

«Su questi incresciosi episodi – tra l’altro non denunciati solo da me, che ho subito il furto di un trolley dall’auto parcheggiata in piazza Abramo Lincoln, ma da tanti miei amici e conoscenti che vivono o lavorano nella zona del corso Italia – è intervenuto perfino il deputato nazionale Giuseppe Berretta, che ha da poco presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Minniti. E anche il Codacons, che, in una nota, ha lanciato un appello ai cittadini perché non lascino nulla all’interno delle loro auto e ha proposto una task force delle forze dell’ordine contro i furti».

Furti di cui è stato vittima di recente, come testimonia Scelfo, «anche un magistrato al quale sono stati sottratti dall’auto documenti importanti». Nella nota, l’associazione dei consumatori scrive che “la modalità attraverso cui gli autori dei furti sferrano il colpo è quello dell’appostamento: attendono che la persona chiuda la macchina per alterarne il segnale con un disturbatore. È quindi necessario accertarsi che la chiusura sia andata a buon fine prima di allontanarsi ed è altresì consigliabile non lasciare dentro effetti personali e documenti di lavoro”.

Questa vasta zona, aggiunge l’avv. Scelfo, «sembra terra di nessuno. La fanno da padroni i posteggiatori abusivi, gli zingari, gli extracomunitari ai semafori, i criminali che rubano nelle auto, ma l’elenco potrebbe continuare. Ho avuto di recente un incontro col questore Gualtieri e col procuratore Fonzo, con i quali ho parlato di questo fenomeno, chiedendo di aumentare la presenza delle forze dell’ordine per garantire una maggiore sicurezza ai cittadini. Mi piacerebbe vedere anche più vigili urbani, che da corso Italia passano solo per fare le multe con lo street control. Fanno bene a farle, sia chiaro, ma qualche pattuglia dedicata a prevenire episodi di criminalità sarebbe ben accetta».

Sulla denuncia presentata da Scelfo e sugli episodi segnalati dall’avvocato catanese abbiamo chiesto un parere al dott. Antonio Salvago, primo dirigente della polizia di Stato e capo della Squadra Mobile etnea. «Questi fenomeni non esistono soltanto in alcuni quartieri di Catania, purtroppo, ma in tutt’Italia – dice Salvago -. Gli inibitori della centralina sono aggeggi in uso a centinaia di malviventi che li utilizzano sia per rubare le auto, sia per asportare il loro contenuto. Altri aprono i mezzi con chiavi più o meno sofisticate, altri ancora decidono di forzare la serratura. Insomma, il fenomeno è assai diffuso e non è certo solo catanese».

La polizia, così come le altre forze dell’ordine, non lo sottovalutano e spesso le cronache propongono arresti di “topi” d’auto sorpresi nella flagranza del reato. Qualche mese fa proprio la Squadra Mobile mise a segno l’operazione “Automarket”, con diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere arrivate al termine di serrate indagini condotte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica etnea.

«Il nostro impegno è massimo – conclude Salvago – anche se ogni tanto per arrestare chi mette a segno questi colpi veloci in strada servono una serie di “aiuti” esterni, come le telecamere di videosorveglianza di negozi o banche o la (fortunata) presenza di nostri uomini in zona».

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