Catania
Catania, il rettore Priolo: «L’Università è ripartita con 7300 iscritti»
Catania – Il temuto crollo non c’è stato. «Abbiamo avuto circa 7300 iscrizioni al primo anno delle lauree triennali e delle magistrali a ciclo unico per l’anno accademico 2019/20. Questo numero, non ancora definitivo, comprende anche chi si è iscritto spostandosi da altri corsi di laurea o da altre università e non solo gli immatricolati per la prima volta a un ateneo, come poi riportano le statistiche ministeriali. In un caso o nell’altro, il trend è in linea con quello degli ultimi due anni». Per il rettore Francesco Priolo questo mantenimento di posizione è già indicativo di una «ripartenza» avviata con grande impegno ed energia.
Certo bisognerà vedere anche il dato delle iscrizioni alle magistrali che sarà noto a marzo, ma la conferma delle iscrizioni al primo anno non è cosa da poco in un ateneo che prova a rilanciarsi dopo lo scossone dell’inchiesta giudiziaria che ne ha offuscato l’immagine. Tra l’altro, pende ancora il ricorso sulla regolarità dell’indizione delle elezioni del rettore (il pronunciamento del Tar è atteso per l’inizio del 2020) e, a breve, si dovrà anche nominare il nuovo direttore generale, viste le dimissioni di Candeloro Bellantoni che il 9 dicembre cesserà dall’incarico. L’ateneo ha già pubblicato il bando per manifestazioni di interesse alla posizione. Un altro passaggio certamente delicato. Intanto, a quaranta giorni dall’insediamento, il nuovo Magnifico guarda avanti: «Siamo ripartiti – dice Priolo – e abbiamo già fatto tantissime cose. Innanzitutto sono partiti i gruppi di delegati, in modo assolutamente nuovo, con le cabine di regia. C’è una vera e propria struttura partecipata di governo dell’ateneo».
Già 38 delegati. Non sono tanti?
«Ne farò ancora altri. Il problema non è essere tanti, ma essere coordinati. Con i delegati mi sento tutti i giorni e ogni mese abbiamo una riunione plenaria per fare il punto della situazione».
Tanti nomi nuovi, ma anche qualche riconferma.
«Alcune, di chi ha già lavorato benissimo in passato. I delegati coordinano dei gruppi e per ciascuno di questi gruppi tematici adesso creeremo delle “cinghie di trasmissione” verso i dipartimenti, le commissioni di ateneo, che avranno in seno rappresentanti di ogni dipartimento e degli studenti».
Non si rischia che il meccanismo sia troppo complesso?
«No, le decisioni vengono prese nelle cabine di regia, ma condivise. C’è tanta voglia di partecipare e di fare insieme. E tante cose sono state fatte. Come il nuovo bando outgoing/incoming, una sorta di secondo Erasmus finanziato dall’ateneo».
C’è un atto più significativo di altri che incarna questa ripartenza?
«Non direi un atto, piuttosto proprio la gestione partecipata. Significa che molte delle firme che sono tipicamente nelle mani del rettore sono state “delegate ai delegati”. Da rettore ho partecipato più volte alla Consulta degli studenti, che vengono ascoltati e anche responsabilizzati ad essere proattivi. Il Cda ha assegnato un budget di 500 mila euro alla Consulta degli Studenti che dovrà proporre come spenderli sulle linee tracciate: premi di merito, borse di studio, borse per studenti in difficoltà, premi di laurea. È una grande novità».
Le stabilizzazioni annunciate procedono?
«Entro l’anno faremo 140 stabilizzazioni di personale tecnico-amministrativo che lavora da anni con un rapporto precario. Stiamo dedicando a questa operazione 38 punti organico sui 50 che abbiamo ottenuto complessivamente».
Università e territorio, passi avanti?
«Tra le tante cose in ballo, stiamo lavorando per fare accordi-quadro di ateneo con aziende e imprese. Ho parlato con Confindustria, ST, Enel Greenpower, 3Sun, BaxEnergy per creare veri e propri grandi laboratori congiunti per fare ricerca, ospitare i nostri studenti in tirocinio e dare loro la possibilità di fare esperienza e farsi conoscere dalle aziende».
E le istituzioni?
«Con i rettori delle altre università ci siamo incontrati più volte, così come con gli assessori regionali e il presidente Musumeci. Tra le cose fatte c’è il protocollo d’intesa per i policlinici, che definisce rapporti tra Regione e Università».
In città?
«Anche con assessori comunali e sindaco ci siamo incontrati. Sulla mobilità, grazie alla convenzione con FCE, il “metro shuttle” ora passa dentro la Cittadella e serve anche il parcheggio scambiatore di via Santa Sofia. Parcheggio che abbiamo messo a disposizione di tutta la città: con un unico biglietto di 2 euro, chiunque può lasciare l’auto, andare a prendere la metro e tornare al parcheggio».
Il sentiment negativo sull’inchiesta è stato superato?
«All’esterno dell’ateneo ancora no, dobbiamo lavorarci su. Non per nulla c’è un delegato alla Trasparenza e alla Legalità (Maurizio Caserta, ndr) con il quale lavoro a strettissimo contatto. Sui concorsi abbiamo scelto di attuare una best practice che renda il metodo di formazione delle commissioni più asettico possibile: per ogni concorso facciamo una call nazionale rivolta a tutti i docenti del settore: tra quelli disponibili verrà effettuato il sorteggio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA