CATANIA – Una nuova piazza Palestro, una nuova Porta Ferdinandea e un nuovo simbolo del rione “Fortino”. Da oggi tutto questo è realtà a Catania con l’affidamento di una delle più antiche porte d’ingresso della città affidata all’associazione “Acquedotte”.
«Attraverso l’intesa con l’amministrazione comunale opereremo per garantire la cura e la valorizzazione di un monumento troppe volte dimenticato non solo dai turisti ma perfino dagli stessi catanesi. Eppure qui si sono tenuti molti eventi culturali di grande rilievo negli ultimi tempi. Ecco perché diventa fondamentale attivare un presidio di conoscenza e informazione per tutta piazza Palestro: un luogo di socializzazione circondato dalle auto». A parlare è Andrea Guardo, vice presidente dell’associazione “Acquedotte”. Accanto a lui il Sindaco Salvo Pogliese, all’assessore alla Pubblica Istruzione Barbara Mirabella, l’assessore all’Ecologia Fabio Cantarella, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione, il consiglio circoscrizionale del “Centro”, associazioni e comitati cittadini.
«Ci siamo adoperati, nonostante i tempi ristrettissimi,- afferma il sindaco Salvo Pogliese- per eliminare le scritte sui muri ed ogni altro simbolo di inciviltà. Adesso devono essere i cittadini a fare la loro parte: proteggere la piazza e valorizzarla sentendosi orgogliosi di essere catanesi. Ringrazio l’associazione “Acquedotte”, la municipalità e le scuole per la loro presenza oggi e per quello che significa un evento come questo». Il rione punta gran parte delle proprie speranze sull’arco di trionfo. Monumento dalle grandi potenzialità e che può far fare il definitivo salto di qualità in termini di servizi e turismo. «Per questa piazza e per il suo simbolo comincia un nuovo corso dove non ci può essere spazio per l’inciviltà e il vandalismo- dichiara il presidente della municipalità del “Centro” Paolo Fasanaro- da parte nostra cercheremo di organizzare,in sinergia con le associazioni e il tessuto sano che opera ogni giorno al Fortino, tutti quegli eventi culturali e ricreativi che portino la gente a riappropriarsi del territorio».
Foto di Davide Anastasi