«C'è bisogno di aratri che preparino i solchi dove gettare i semi di una società che faccia germogliare la giustizia; questi solchi non possono essere tracciati arando la storia con la violenza e l’escalation degli armamenti, ma facendo prevalere la pazienza di chi costruisce relazioni su chi costruisce muri. Né nelle nostre città questi solchi possono essere fatti con la subdola violenza del malaffare, che con i denari sporchi di sangue e di lacrime della mafia, pretende che germogli la ricchezza: ma germogliano solo il male e la povertà». Lo afferma l’arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna, nel messaggio di auguri di Natale alla comunità diocesana.
«Noi adulti – aggiunge – toglieremo le armi dalle mani dei nostri ragazzi, li disarmeremo insegnando loro la laboriosità, la cultura della pace, il desiderio di stringere altre mani, di non cercare mai la vendetta, li renderemo esperti dell’arte di costruire ponti e non di erigere muri».
«Accanto al Presepe, le tenere foglie di ulivo – osserva mons. Renna – ci spingano alla preghiera per il popolo dell’Ucraina e della Russia, per tutti i popoli che vivono conflitti armati. Che disarmi il nostro linguaggio violento, volgare e banale, che sciolga il mutismo delle persone che non si rivolgono più la parola, riconcili chi è distante e imbronciato. E che faccia sì che anche nei luoghi dove si sta piangendo perché quel ramo si è spezzato, nelle carceri e nei luoghi di sofferenza, si creda che a Natale fioriscano rami di ulivo anche lì, e come canta un bellissimo canto natalizio siciliano. Un Santo Natale a tutti, soprattutto ai prediletti di Dio, i più poveri! Che un ramo di ulivo – chiosa l’arcivescovo metropolita di Catania – penda sui nostri presepi e 'lu Bambineddù (il piccolo bambino, ndr) faccia nascere rami odorosi di pace e di amore nei nostri cuori!»