CATANIA – E’ morta per un «arresto irreversibile delle funzioni vitali consecutivo a grave sofferenza acuta fetale» la piccola Nicole, la neonata deceduta il 12 febbraio 2017 poche ore dopo la nascita avvenuta nella clinica Gibiino di Catania mentre era in ambulanza diretta a Ragusa per la mancanza di posti letto nell’Unità di terapia intensiva neonatale negli ospedali del capoluogo etneo e a Siracusa.
I tre periti medico legale nominati dalla Procura di Catania hanno confermato la loro relazione in aula nel processo davanti alla prima sezione penale del Tribunale monocratico, presieduta da Giuseppina Montuori, in cui sono imputati la ginecologa Maria Ausilia Palermo, difesa dall’avvocato Paolo Spanti, il neonatologo Antonio Di Pasquale, rappresentato dal penalista Walter Rapisarda, e l’anestesista Giovanni Gibiino, difeso dall’avocato Piero Granata, per omicidio colposo; l’ostetrica Valentina Spanò difesa dall’avvocato Carmelo Peluso, per false attestazioni.
Secondo il medico legale Giuseppe Ragazzi, la ginecologa Claudia Giuffrida e la neonatologa Eloisa Gitto la piccola «prima della partenza era in condizioni cliniche terminali». Le sue condizioni si sarebbero aggravate alcune ora prima del parto e sarebbe stato necessario attuare un cesareo immediato vista la «sofferenza di Nicole».
Nel procedimento sono otto le parti civili ammesse: i genitori, i nonni materni e paterni, l’assessorato regionale alla Sanità e la casa di cura. I legali dei familiari di Nicole, gli avvocati Michele Ragonese e Mary Chiaromonte, hanno citato in giudizio la clinica, così la casa di cura, assistita dal penalista Tommaso Tamburino, è presente nel procedimento con un doppio ruolo: di parte lesa e parte civile.
Le indagini della squadra mobile della Questura e della sezione Polizia giudiziaria della Procura sono state coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta. La prossima udienza è stata fissata per il 26 marzo con la deposizione dei periti nominati dai familiari della piccola Nicole. (ANSA).